Quando il legislatore affronta questioni riguardanti l’innovazione tecnologica e l’impatto della stessa sulla salute della popolazione occorre che vi sia la massima chiarezza oltre alla maggior documentazione possibile a sostegno della decisione presa.

Propongo la lettura del resoconto stenografico della seduta dell’8 ottobre 2019 alla Camera dei Deputati nella quale si è discusso di 5G (qui ordine del giorno e documenti della seduta: https://www.camera.it/leg18/187?slAnnoMese=201910&slGiorno=08&idSeduta=234&idLegislatura=18).

La seduta è passata alla storia come quella in cui la Camera ha confermato la riforma costituzionale che porta alla riduzione dei parlamentari, mentre delle mozioni sul 5G si è parlato poco o nulla.

Nello stenografico (https://documenti.camera.it/leg18/resoconti/assemblea/html/sed0234/stenografico.pdf) si va da pagina 59 a pagina 79 con tutti gli interventi e le votazioni.

La lettura è utile anche per meglio memorizzare le informazioni, ma per i pigri e gli aficionados della TV abbiamo anche il video (https://webtv.camera.it/archivio?NumeroLegislatura=18&NumeroSeduta=234). Ricordate solo che si tratta della seconda parte e questa è divisa in due. Si va da 4h 30m 03s a 5h 02m 50s e poi da 5h 31m 45s a 6h 38m 53s in quanto la seduta è stata sospesa su richiesta della Sottosegretaria di Stato per la Salute Sandra Zampa.

Parliamo di 5G in questo modo perché qui è chiaro come il legislatore dimostri tutta la sua pericolosa ignoranza e incapacità di imporre uno dei principi più saggi che esistano, ovvero quello di precauzione, allorquando non si dispone di elementi sufficienti per stabilire con un accettabile margine di certezza la sicurezza di una tecnologia.

C’è anche un altro elemento che emerge nella discussione. Si tratta della presa di posizione dell’uno o dell’altro schieramento sulla base delle scarse conoscenze da cui deriva la sua natura preconcetta. Questo ci porta all’idea di divide-et-impera che fa gioco al business e al potere. I parlamentari e i cittadini non hanno alcuna reale idea di come stiano le cose, semplicemente perché nemmeno la scienza ne ha una. In questi casi prevale l’opinione, vince il governo che è stato debitamente indottrinato da chi di dovere in modo che non possa disturbare il manovratore e il treno dell’innovazione a tutti i costi prosegue la sua marcia inarrestabile.

Pur avendo precisato più e più volte ribadisco di essere uno di quelli che spalancano gli occhi di meraviglia quando leggono o ascoltano discorsi sulle mirabolanti scoperte che si susseguono ormai al ritmo di decine al giorno. Ma sono anche uno di quelli che due secondi dopo sente sempre un presentimento riguardo l’uso che di queste tecnologie l’uomo voglia fare e su quali rischi sia disposto a correre, soprattutto se si tratta di farli ricadere sugli altri, per ottenere il risultato.

La decisione presa con la votazione favorevole della mozione numero 1-00251 è quella di proseguire il cammino. I controlli per determinare l’impatto sulla popolazione si faranno a posteriori, un po’ come per la vigilanza post marketing sui farmaci.

Il fatto poi che la sottosegretaria Zampa abbia richiesto una sospensione – definita oggettivamente irrituale dalla Presidenza – di 10/15 minuti, divenuti poi quasi 29, fa riflettere. La scusa accampata è stata quella della ricezione di alcune mozioni da parte del governo poco prima di entrare in aula. La voce di corridoio proveniente da Monte Citorio – tutta confermare, sia chiaro – dice che la sottosegretaria è stata richiamata fuori dall’aula in seguito a rimostranze espresse dai lobbisti dopo che aveva dichiarato che il governo non rigettava in toto alcune mozioni, guarda caso quelle che sottolineavano maggiormente l’importanze del principio di precauzione, nel caso in cui queste fossero state leggermente modificate.

E’ solo una voce, ma mi sembra il caso di far notare il comportamento anomalo della sottosegretaria.

Per chi volesse approfondire dal punto di vista scientifico sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (http://old.iss.it/elet/) trovate documentazione utile che è anche quella sulla quale si basano i parlamentari sostenitori del 5G.

C’è anche la Electromagnetic Fields dell’OMS (https://www.who.int/peh-emf/en/) con ulteriore documentazione.

Io ho letto il Rapporto Istisan (http://old.iss.it/binary/elet/cont/rapporto_Istisan_19_11.pdf) nel quale si riporta la “corposa” documentazione scientifica che consterebbe di ben 42 studi sulle patologie tumorali. Basta leggere il rapporto per capire che si brancola nel buio e che i risultati tanto sbandierati dai sostenitori sono affetti da una lunga serie di “distorsioni”, come le definiscono nel rapporto stesso.

La lettura è piuttosto interessante e c’è dell’altro.

Riporto le conclusioni (pag. 88):

“La ricerca condotta negli ultimi decenni ha affrontato molti aspetti relativi ad eventuali effetti nocivi dell’esposizione a livelli di radiofrequenze inferiori agli standard per la prevenzione degli effetti accertati, basati su meccanismi d’interazione noti. E’ stata raggiunta una maggiore chiarezza riguardo all’assenza di alcuni effetti negativi sulla salute che si sospettava potessero derivare dall’esposizione, mentre alcune domande non hanno ancora trovato risposte soddisfacenti e richiedono ulteriori approfondimenti scientifici.
Ad esempio, per quanto concerne il rischio di tumori cerebrali in relazione all’esposizione a radiofrequenze da telefoni mobili, i dati ad oggi disponibili suggeriscono che l’uso comune del cellulare non sia associato all’incremento del rischio di alcun tipo di tumore cerebrale.
Rimane un certo grado d’incertezza riguardo alle conseguenze di un uso molto intenso, in particolare dei cellulari della prima e seconda generazione caratterizzati da elevate potenze di emissione. In considerazione dell’assenza di incrementi nell’andamento temporale dei tassi d’incidenza e dei risultati negativi degli studi coorte, anche piccoli incrementi di rischio sembrano poco verosimili, ma non si possono escludere.
Inoltre, gli studi finora effettuati non hanno potuto analizzare gli effetti a lungo termine dell’uso del cellulare iniziato da bambini e di un’eventuale maggiore vulnerabilità a questi effetti durante l’infanzia.
Questi quesiti irrisolti richiedono approfondimenti scientifici mediante studi prospettici di coorte e il continuo monitoraggio dei trend temporali dell’incidenza dei tumori cerebrali.
Le indagini di misura dell’esposizione personale a radiofrequenze, finalizzate a valutare la variabilità tra strati di popolazione e il contributo di diverse sorgenti, sono un’altra priorità di ricerca, in particolare per l’Italia.
Dal punto di vista delle implicazioni normative, a parere della WHO e di numerosi panel internazionali di esperti, le evidenze scientifiche correnti, sebbene non consentano di escludere completamente la possibilità di effetti a lungo termine dell’esposizione prolungata a bassi livelli i campi a radiofrequenza, non giustificano modifiche sostanziali all’impostazione corrente degli standard internazionali di prevenzione dei rischi per la salute.”

Nonostante si richiedano ulteriori ricerche e approfondimenti per mancanza di dati e certezze si chiude con l’indicazione di andare avanti sulla strada intrapresa.

In soldoni, come peraltro accade con i farmaci, si intende dire che l’impatto si studierà direttamente su una popolazione di 60 milioni di cavie.

Agli effetti collaterali ci penseremo dopo.

La ricerca sui tumori sta facendo passi da gigante. Perché non monetizzare?

E poi col 5G implementeremo quelle meravigliose innovazioni tecnologiche che serviranno per poter seguire meglio i malati di tumore da… 5G.

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