Credo di non aver mai (o quasi) scritto nulla su uno dei fenomeno dell’anno, la signorina Greta Thunberg.

Mi pareva superfluo parlare di una ragazzina sulla cui buona fede, va precisato, non nutro dubbi. Quelli li ho su chi la circonda, mentre sono certo della malafede di quel sistema che l’ha celermente eletta a paladina dell’ambiente.

Oggi però ho superato il livello di sopportazione nei confronti dei soliti noti, ovvero coloro che dovrebbero fare il mestiere di giornalista e invece si prestano alla più squallida delle operazioni di propaganda.

Mamma RAI da alcuni giorni sta letteralmente martellando gli zebedei anche dei più pacati spettatori con la telecronaca minuto-per-minuto del ritorno + sbarco in Portogallo + arrivo a Madrid della signorina giusto in tempo per la COP 25.

Confesso che ieri, mentre tale Tangherlini su RAI News seguiva metro-per-metro l’avvicinamento della barchetta a vela con a bordo la signorina che salutava piazzata a prua in stile polena ho avuto un flash sull’improvvisa emersione della balena di Pinocchio con finale che non sto a raccontare perché tanto si è capito.

Lo so che non è bello e nemmeno politicamente corretto, ma il sistema crea queste dicotomie che rendono un personaggio allo stesso tempo amato e odiato. Il buon vecchio “divide et impera” di sistema.

Scherzi a parte mi vorrei soffermare sulla tentata beatificazione di una signorina che non è la santa laica disegnata dai ghost writers dei media di regime.

Andiamo a parlare in breve di questioni che dovrebbero essere note a tutti da molti anni e che casualmente uno dei tanti articoli che si occupano di questioni economiche ha ripreso proprio oggi.

Sulle colonne di Handelsblatt (https://www.handelsblatt.com/finanzen/anlagestrategie/trends/geldanlage-auf-der-jagd-nach-gruener-rendite-erste-experten-warnen-vor-nachhaltigkeits-blase/25294390.html?ticket=ST-17589757-ct40Xc9hCa6w2VSwRQQR-ap5) si parla della possibilità che si inneschi una bolla finanziaria in relazione agli investimenti cosiddetti “green”.

Nell’articolo si segnala (per chi non lo avesse letto è questo: http://www.gsi-alliance.org/wp-content/uploads/2019/03/GSIR_Review2018.3.28.pdf) il “Global Sustainable Investment Review“. Un report che fotografa l’incremento degli investimenti “green” tra il 2016 e il 2018.

Qui sopra gli incrementi totali degli investimenti (2016-2018).

Qui sopra ciò che è accaduto tra il 2014 e il 2016.

Risulta piuttosto evidente come il fenomeno sia in corso da molti anni. E ricordiamo che siamo nell’ordine dei trilioni di dollari (oltre i 30 a fine 2018) per una tendenza già chiara da tempo.

Adesso facciamo un piccolo salto indietro per ricordare che la signorina ha preso in mano il cartello e si è piazzata (ogni venerdì) davanti al Ministero dell’Ambiente svedese a protestare per il clima dall’Agosto 2018.

In modo piuttosto sorprendente la signorina è stata ricevuta dopo soli 5 mesi (Gennaio 2019) a Davos dai potenti della finanza internazionale, i quali hanno accettato di buon grado le sue reprimende. Provate un po’ voi ad andare a Davos per proporre soluzioni per la questione climatica e ditemi come va a finire. Si potrebbe anche fare l’elenco delle persone che in ogni angolo del pianeta hanno protestato e protestano per l’ambiente senza che nessuno (si scuserà il francesismo politicamente scorretto) li caghi di striscio, nemmeno quando muoiono.

Dopo di che la signorina ha fatto il giro delle cancellerie europee e infine ha preso una barchetta e ha fatto una puntatina all’ONU con successivo tour degli States.

Basta guardare le date dell’esplosione degli investimenti “green”, che peraltro sono iniziati ben prima seppur in minor numero, per capire che la signorina non ha smosso alcunché.

Ripeto che non è in discussione la buona fede della persona, ma questo è un fenomeno mediatico costruito ad arte per fare in modo che il gregge accolga festante la nuova forma del capitalismo “green” e di buon grado qualunque decisione politica arrivi con esso. Resta da vedere se riusciranno a darla a bere a tutti quanti, per ora sembra vero il contrario.

Il capitalismo non è in fase terminale come qualcuno ancor si ostina a dire, ha solo cambiato forma e il processo ha avuto inizio alcune decine di anni fa. Provate a dire alla signorina se è a conoscenza del fatto che le industrie petrolifere a cui ha rivolto i suoi strali investono in economia “green” da decenni. Così, per vedere l’effetto che fa.

Il resto è pura rappresentazione per convincere le menti deboli dell’inevitabilità del cambiamento in corso che, come è noto, riserva il peggio sempre per coloro che si trovano negli strati più bassi della piramide sociale.

Preciso che sono convinto della necessità di cambiamento nel nostro rapporto con l’ambiente in cui viviamo. Anzi, è probabile che io sia più integralista della signorina sulla questione.

Io però non protesto e non seguo le mode ma sto cambiando passo dopo passo il mio modo di vivere senza mettere manifesti in giro.

Perché come diceva il saggio: “Se vuoi cambiare il mondo…”.

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