Amava dire Enrico Mattei: “Uso i politici come uso i tassisti“.

La vicenda Atlantia è l’ennesima riprova di come politici non rappresentino in alcun modo lo Stato, se non per un mero discorso di facciata.

Men che meno rappresentano il popolo (sovrano?) che per alcuni sarebbe addirittura lo Stato stesso – studiare prima di sparare coglionerie assortite non farebbe male.

Eravamo rimasti qui (https://www.lastampa.it/cronaca/2020/10/01/news/conte-ad-atlantia-altri-dieci-giorni-prima-della-revoca-1.39368203): Conte ad Atlantia: “Altri dieci giorni prima della revoca” (1 ottobre).

Oggi siamo al 29 ottobre, quindi 28 giorni dopo, e Ansa ci aggiorna: https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/10/28/atlantia-avanti-il-dialogo-offerta-vincolante-entro-il-3011_7f821c84-210f-4064-aeb1-6a385dfc4efc.html.

Siamo quindi ad Atlantia – qui le info sull’assemblea degli azionisti: https://www.atlantia.it/it/investor-relations/assemblee – che risponde picche alla proposta di CDP e rimanda tutto al 30 novembre.

Leggiamo: “Pur apprezzando alcuni miglioramenti risultanti dalla nuova elaborazione dell’offerta, (Atlantia) ha valutato i relativi termini economici e le condizioni ancora non conformi e non idonei ad assicurare una adeguata valorizzazione di mercato della partecipazione. Nell’offerta dunque mancano gli elementi necessari per concedere un periodo di esclusiva agli offerenti“.

Il “Club degli Amici del Ponte” ringrazia.

Non è che facciamo le verginelle. Sappiamo bene chi comanda in queste vicende. Resta il fatto che se per caso il popolino si svegliasse e iniziasse a fare un serio repulisti (non andando a votare in massa) dei politicanti-tassisti avremmo mosso il primo passo verso la direzione opposta a quel del servilismo nei confronti dei cosiddetti stakeholders – qui l’azionariato di Atlantia: https://www.atlantia.it/it/il-gruppo/azionariato.

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