Torno alla notizia di due giorni fa che ha visto l’annuncio da parte della Commissione Europea della proposta di un Digital Green Certificate che permetta ai cittadini dell’unione di viaggiare con maggior facilità.

Due sono le questioni da esaminare.

La prima riguarda il vizietto della stampa italiana di riportare le notizie distorcendone il senso, garantendo così una percezione alterata della realtà nel pubblico di massa, notoriamente incapace di porsi domande e andare a verificare le fonti.

Prendiamo il sito di ANSA, dal quale come è noto spesso e volentieri i media di regime attingono a piene mani “dimenticandosi” a loro volta di fare le opportune verifiche.

Il 17 marzo, con tanto di video-notizia, ANSA titolava: Covid, arriva il Green pass per tornare a viaggiare – Che cos’e’ e come funziona il certificato vaccinale approvato dall’Ue (https://www.ansa.it/sito/videogallery/mondo/2021/03/17/covid-arriva-il-green-pass-per-tornare-a-viaggiare_4e9ac8f3-bcf7-4485-97df-d6583acacdcf.html).

Si saranno notate le parole “approvato dall’UE” le quali suggeriscono che il cosiddetto – in forma decisamente sintetica e fuorviante – passaporto vaccinale sia cosa ormai fatta grazie alla quale l’estate dei viaggiatori/turisti sarà salvata.

Basta andare a leggere la news sul sito della Commissione Europea per capire che le cose non stanno così: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_21_1181.

Quindi mettiamo nero su bianco la prima conclusione. Si tratta di una proposta che ora passerà al vaglio del Parlamento Europeo, che notoriamente non conta nulla ed esegue, ma poi sarà la volta dei parlamenti degli stati membri che dovranno ratificare eventuali leggi e li la questione dovrebbe diventare più spinosa, si spera.

L’iter però è avviato per cui occhio a quel che accadrà nei prossimi mesi.

Secondo punto, quello più importante cui si riferisce il titolo di questo articolo.

Leggendo il testo della news e ascoltando le parole spese in conferenza stampa da Von der Leyen e soci si evince che lor signori non vogliono creare discriminazioni.

La parola discriminazione è importante perché indurrebbe a pensare che non si vogliano produrre situazioni nelle quali un certo gruppo di cittadini possa essere soggetto a trattamenti differenziati rispetto ad altri sulla base delle sue scelte sanitarie.

Invito a leggere la definizione della Treccani: https://www.treccani.it/enciclopedia/discriminazione/.

Anzi, la riporto qui per comodità:

Principio che vieta, in via generale, l’applicazione di un trattamento diverso in situazioni che si presentano sostanzialmente uguali. Nato in ambito internazionale, per contrastare la proliferazione di misure protezionistiche degli Stati, ha trovato massima espressione in ambito comunitario, dove è stato posto in relazione diretta con il principio di libera circolazione di beni, persone, servizi e capitali, che è l’obiettivo della politica comunitaria. Esso rappresenta una garanzia per il soggetto di diritto nei confronti di norme che determinino, come effetto immediato o mediato, differenze nella disciplina normativa prive di obiettiva giustificazione.

In grassetto la parte che più interessa.

Capito?

L’obiettivo della comunità europea sarebbe la libera circolazione, oltre a tutto il resto, delle persone.

Bene!

A questo punto sorge un problema dal momento che sarebbero garantiti non i diritti di circolazione di tutti, ma solo quelli dei vaccinati e/o dei testati e/o dei guariti.

Mancano i sani. Ed è qui, non mi dilungo oltre, la sostanza della nascente dittatura sanitaria.

L’obiettivo sono i sani nell’ottica tracciata dalle parole, che non finirò mai di ripetere abbastanza, dell’allora direttore della farmaceutica Merk, Henry Gadsen: “Il nostro sogno è produrre farmaci per le persone sane. Questo ci permetterebbe di vendere a chiunque” (https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/dibattiti-e-idee/2014-01-24/sani-mirino-cure-122914.php?uuid=AbWMGdIJ).

Questo è solo uno degli aspetti di cui tener conto nel delirio attuale, ma è tra quelli che compongono le colonne sulle quali si basa la nuova dittatura sanitaria.

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