Ieri condividevo un articolo di Middle East Eye nel quale si parlava dell’incontro tra i presidenti di Egitto e Turchia.

Ponevo la questione di un Israele sempre più isolato sia in Medio Oriente che in Africa, oltre che in più dei 3/4 di mondo là fuori.

Oggi però altri due articoli mi ricordano tutto ciò a cui stiamo assistendo ha tutta l’aria di essere stato preparato dai sionisti da lungo tempo.

Avevo già scritto di come Israele stava tentando di bloccare in ogni modo lo sfruttamento di un enorme giacimento di gas posto entro le acque territoriali palestinesi. Ed ecco ora confermata la notizia della denuncia del contratto firmato da ENI con Israele proprio nelle primissime settimane di mattanza da parte di una agenzia non governativa palestinese (https://www.middleeasteye.net/news/gaza-energy-firms-legal-threat-companies-cease-activity-drill-gas-coast).

Ricordo anche quel curioso intervento di Netanyahu all’ONU due settimane prima dell’attacco di Hamas del 7 ottobre nel quale il primo ministro israeliano parlò di ridisegnamento dell’intera area mediorientale con tanto di cartellone piuttosto chiaro.

E cosa ancor peggiore, proprio dopo aver discusso con Erdogan e aver condannato, a parole, Israele, il presidente egiziano Sisi sta facendo costruire una specie di nuova gabbia (foto di copertina) per i profughi palestinesi che a questo punto si attende arrivino dal valico di Rafah (https://www.middleeasteye.net/news/war-gaza-egypt-building-buffer-zone-palestinian-refugees).

Sembra che alle parole seguano fatti che sconfessano ciò che si è detto – è però necessario chiarire che il popolo egiziano sta aiutando i palestinesi fin dai primi giorni, qui si parla dei vertici politici e non della popolazione – mentre Israele continua a bombardare ospedali e i suoi cecchini a colpire donne, bambini e perfino animali (purtroppo Telegram è pieno di immagini e video che vengono postati dagli stessi macellai dell’esercito israeliano e dai bestiali politici sionisti esultanti).

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