Il PNRR che Draghi ha presentato in Parlamento era già noto ai più nelle cifre.

Qui c’è il PDF da scaricare: https://www.corriere.it/economia/finanza/21_aprile_23/testo-pnrr-pdf-90ee228a-a433-11eb-a7d3-6cda844bb148.shtml.

Fermo restando che i soldi arriveanno solo se tutti i Paesi UE ratificheranno gli accordi, e ne mancano ancora quasi una decina all’appello, resta il dato desolante della ripartizione dei fondi.

Sono sei le “missioni”:

  1. DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE, COMPETITIVITÀ, CULTURA
  2. RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA
  3. INFRASTRUTTURE PER UNA MOBILITÀ SOSTENIBILE
  4. ISTRUZIONE E RICERCA
  5. INCLUSIONE E COESIONE
  6. SALUTE

Si nota fin da subito come l’elemento apparentemente più importante sia stato relegato in ultima posizione.

La SALUTE infatti dovrebbe essere al primo posto per coloro che ci hanno privato delle più elementari libertà in nome di una fantomatica salvezza del corpo.

E invece la ritroviamo all’ultimo posto e già dall’indice del corposo documento di 319 pagine notiamo la noncuranza con la quale viene trattata essendo l’unica “missione” non evidenziata in grassetto.

Il testo e soprattutto lo stanziamento confermano che della salute degli italiani a costoro non frega assolutamente nulla.

Dei 191,5 miliardi – si era parlato di 209, poi sarebbero diventati 220, ma nelle tabelle la cifra è quella che ho scritto – solo 15,63 sono destinati alla sanità. Parliamo dell’8,16%.

A pagina 274 trovate la tabella con le voci di spesa per “Potenziamento dell’assistenza sanitaria e della rete sanitaria territoriale” che valgono 7 miliardi.

Le voci sono: “L’istituzione di Case della Comunità come perno delle prestazioni sul territorio in ambito socio-sanitario” (2 mld), “la casa come primo luogo di cura e l’assistenza domiciliare al fine di migliorare le prestazioni offerte in particolare alle persone vulnerabili e disabili, anche attraverso il ricorso a nuove tecnologie” (4 mld) e “il potenziamento di strutture per l’erogazione di cure intermedie (Ospedali di Comunità)” (1 mld).

A pagina 279 c’è il resto con focus sulla innovazione tecnologica con quei 740 milioni da spendere per un “Centro di eccellenza per le epidemie” che ci ricorda come sia stato deciso da tempo che questo sarà il decennio delle pandemie, che vi piaccia oppure no.

Già che ci siamo facciamo il punto su quanto speso fin qui per testare gli italiani.

Costi (medi) per realizzare i test.

Tamponi rapidi/test antigenici: 38 euro (https://www.altroconsumo.it/salute/dal-medico/speciali/inchiesta-tamponi-rapidi).

Tamponi molecolari: 86 euro (https://www.altroconsumo.it/salute/dal-medico/speciali/inchiesta-tamponi).

Andiamo in linea di massima, ma un’idea ce la possiamo fare.

Prendiamo l’aggiornamento del Ministero della Salute di oggi, 26 Aprile (https://raw.githubusercontent.com/pcm-dpc/COVID-19/master/schede-riepilogative/regioni/dpc-covid19-ita-scheda-regioni-latest.pdf).

Abbiamo 44.452.541 (3.822.918.526 di €) test molecolari e 12.819.295 (487.133.210 di €) test antigenici da inizio pseudo-pandemia.

A questi dovremo aggiungere i test rapidi, validi meno di nulla, che hanno iniziato a essere venduti nei supermercati a 9,99, quindi 10 euro e che vanno a ruba, almeno stando alla stampa della mia zona (https://amp.quicomo.it/attualita/coronavirus/test-covid-fai-da-te.html).

Per ora li lasciamo stare e vediamo quanto è stato speso in Italia, ripeto sempre a costo medio, per i test farlocchi grazie ai quali stanno tenendo in piedi tutta la baracconata.

Siamo a quota 4.310.051.736 di soldi che avremmo potuto spendere meglio, sia noi privati (chi lo ha fatto. Io mi astengo) che lo Stato.

Mi fermo qui anche se ci sarebbero le spese per i disinfettanti, quelle per le mascherine e una serie di altri oggetti dall’utilità pari a zero come i plexiglass, i banchi a rotelle, le segnaletiche e altri che sicuramente esistono ma ora non mi vengono in mente.

Un’ultima cosa però la diciamo riguardo le mascherine per non dimenticare il martellamento mediatico.

Mentre cercavo i numeri mi sono imbattuto in un articolo del 16 ottobre apparso sul Corriere della Sera a firma del Vicedirettore Federico Fubini (https://www.corriere.it/economia/consumi/20_ottobre_16/covid-italia-abbiamo-abbassato-guardia-dimostra-questo-dato-34b22d92-0f99-11eb-8d21-ff516c396863.shtml).

Costui, già difficile da definire esperto di economia quale si vanta di essere, in quella occasione ha avuto l’ardire di imbastire un pistolotto contro quegli italiani rei, a suo dire, di aver abbassato la guardia durante l’estate.

Come lo ha capito? Dal fatto che gli acquisti di mascherine erano diminuiti nei mesi estivi. Una tristezza infinita pervade il lettore di fronte a contanta coglioneria.

A parte l’incipit che racconta di come gli italiani nel 2020 avrebbero poi speso circa 250 milioni di euro, ovvero più dei 233 milioni spesi l’anno prima per i libri dei loro figli. Il tutto però giustificato da questo mentecatto con la scusa dell’utilità della pezza.

Poi arriva la reprimenda per coloro che hanno abbassato la guardia troppo presto facendo riprendere la curva dei “contagi”.

Pensate, abbiamo avuto un’impennata del 400% dei casi (da 200 a 1.000) in Agosto. Disastro! Se non si tiene conto del fatto che (confessione dei laboratori del Veneto del 23 Agosto 2020. Ma Fubini non lo sapeva) i test venivano elaborati a 50 cicli – ben oltre i limiti che, una volta superati, forniscono risultati “spazzatura” – pur di trovare dei positivi.

Il tutto in grassetto così lo vedete meglio care pecorelle.

Il successivo riferimento alle sanzioni che non hanno funzionato fa ridere i polli in quanto è notorio come le stesse siano carta straccia insieme con i DL e DPCM che le hanno previste.

L’ennesimo esempio, che mi ero perso, di disinformazione di regime che purtroppo ancora oggi ci accompagna, e chissà ancora per quanto lo farà.

Già che ci siamo segnaliamo l’ultimo video sulla letterina inviata al Ministro Speranza.

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