Quella del rilascio di documenti secretati, di solito non prima di cinquant’anni dalla loro redazione, è una delle ipocrisie più grandi dello strampalato mondo umano.

Ebbene, a due settimane dal 50° anniversario dal colpo di stato in Cile che portò alla morte del Presidente Salvador Allende e alla contestuale salita al potere del generale Augusto Pinochet ecco arrivare la grande rivelazione di ben tre report di intelligence che finirono sulla scrivania dell’allora Presidente USA Richard Nixon.

Leggo alcuni virgolettati attribuiti al portavoce della Casa Bianca, via ambasciata USA di Santiago, pubblicati su ANSA (https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/08/26/cile-usa-declassificano-documenti-riguardanti-allende_1107cfcb-ae9c-46f3-a849-476df53209cf.html).

Insieme a migliaia di documenti precedentemente declassificati”, questo nuovo gesto “dimostra l’impegno duraturo nei confronti del partenariato Usa-Cile, che è coerente con i nostri sforzi per promuovere la democrazia e i diritti umani nei due Paesi e nel mondo

Qui si abbonda con l’ipocrisia con gli USA che avrebbero a cuore il partenariato con il Cile – si legge “cortile di casa” quando si parla di Sud America, il resto sono chiacchiere. Ma tanto la pacchia sta per finire – e come al solito aggiungono la balla della difesa della democrazia e i diritti umani in Cile e nel mondo, Fosse stato vero non avrebbero non solo appoggiato, ma anche programmato il colpo di stato e la sussguente dittatura di Pinochet sotto la quale per anni i diritti umani in Cile sono diventati un optional.

La declassificazione dei documenti – precisa un comunicato – è un processo complesso e multi-agenzia in cui il governo degli Stati Uniti tiene conto di numerosi fattori, tra cui la sicurezza nazionale, la protezione della fonte, ed eventuali rischi e benefici derivanti dalla divulgazione di informazioni specifiche“.

Qui si va sul classico “se conviene a me li divulgo, altrimenti col piffero che lo faccio!”. Un po’ come continuano a fare con l’esecuzione di JFK e di suo fratello Robert. E infatti in quei tre report non c’è assolutamente nulla. Se non ci credete leggeteli da voi.

(Pagina coi documenti declassificati: https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/chile/2023-08-25/coup-chile-cia-releases-top-secret-9111973-presidents-daily-brief)

(Report 8 settembre 1973: https://nsarchive.gwu.edu/document/30589-document-02)

(Report 11 settembre 1973: https://nsarchive.gwu.edu/document/30588-document-01)

(Report 12 settembre 1973: https://nsarchive.gwu.edu/document/28803-document-03-cia-presidents-daily-brief-top-secret-briefing-paper)

Il governo ha completato questa revisione di declassificazione in risposta ad una richiesta del governo cileno e per consentire una comprensione più profonda della storia che condividiamo“.

Ma che carini! Glielo hanno chiesto i cileni di sapere quali balle avessero rifilato a (o avessero concordato con) Nixon i furbacchioni della CIA mentre ciò che avevano organizzato insieme ai miltari stava prendendo forma.

Rimaniamo impegnati – conclude il testo – a lavorare con i nostri partner cileni per cercare di identificare ulteriori fonti di informazione al fine di aumentare la nostra consapevolezza degli eventi di grande impatto che si sono verificati nel corso della nostra storia comune e rafforzare ulteriormente l’importante relazione tra i nostri due paesi”.

Attendiamo quindi altre mirabolanti rivelazioni dagli archivi dell’intelligence che ci permetteranno di “comprendere meglio” quel che accadde. Meno male che lo sappamo già.

Però ANSA ci tiene a far sapere che proprio grazie alla declassificazione di questi e migliaia di altri documenti siamo arrivati a sapere che… “la caduta di Allende avvenne con un sostanziale beneplacito e una partecipazione economica delle autorità statunitensi dell’epoca“.

Un “Ma va a ciapà i rat!” credo poss chiudere bene questo articolo.

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