Mentre ci rifilano il solito teatrino delle divisioni tra (pesunti) buoni e cattivi così che noi possiamo dividerci ed essere meglio governati i progetti per interconnettere sempre più il mondo intero proseguono.

Il caso che presento oggi con la traduzione di un articolo da Middle East Eye è quello del TEAS, il cavo che collegherà Mumbai (India) a Marsiglia (Francia) passando sempre sott’acqua da Djbouti e risalendo, nella sua parte Sud, dalla costa del Nord Africa. C’è anche la parte Nord che arriverà a Pescara e potrebbe anche arricchirsi di un ulteriore anello che congiungerebbe Milano e Roma. Insomma, un bel progettino di connessione dell’Oriente con l’Europa con la collaborazione di Israele.

Teniamo da conto questo e altri progetti che sono in rampa di lancio, dei quali si parla ai vari G20 & Co. senza che poi nessuno ne renda conto al popolino. Potrebbe essere la strada alternativa per la Nuova Via della Seta, azzardo io.

Confermata la stazione di atterraggio degli Emirati Arabi Uniti per il cavo in fibra ottica che collegherà Israele agli stati del Golfo
I leader di Israele e Arabia Saudita hanno recentemente affermato che i cavi e le rotte commerciali che collegano l’Europa all’India rappresentano potenziali vantaggi per qualsiasi accordo di normalizzazione (dei rapporti).
Un accordo per far atterrare un cavo in fibra ottica proposto tra India ed Europa negli Emirati Arabi Uniti ha evidenziato come gli Stati del Golfo e Israele si stiano posizionando come potenziali partner su progetti per sviluppare nuove rotte commerciali e di connettività regionali.
Il progetto di 20.000 chilometri, noto come Trans Europe Asia System (TEAS), collegherebbe Mumbai a Marsiglia tramite cavi sottomarini e un segmento terrestre che attraverserebbe la penisola arabica.
Mercoledì Cinturion, la società dietro il progetto, ha annunciato di aver firmato un memorandum d’intesa con la Compagnia di telecomunicazioni integrata degli Emirati, nota come “du”, per costruire una stazione di atterraggio negli Emirati Arabi Uniti.
Middle East Eye ha precedentemente riferito come Cinturion, un nuovo arrivato nel settore, sia sostenuto da un importante fondo di investimento infrastrutturale israeliano, Keystone.
L’annuncio arriva mentre i leader del Medio Oriente e il G20 hanno lanciato l’idea di costruire nuove rotte tra India ed Europa come possibile vantaggio di un pubblicizzato accordo di normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita.
All’inizio di settembre, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che, a seguito dei colloqui con il governo cipriota, esiste “la possibilità di realizzare l’idea di un corridoio Asia-Medio Oriente-Europa”.
Netanyahu ha aggiunto: “Un esempio tra i più evidenti è la connessione in fibra ottica. Questa è la strada più breve. È la strada più sicura. È la strada più economica”.
Una settimana dopo, al vertice del G20 di Nuova Delhi, è stato annunciato il corridoio economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC).
L’IMEC ha lo scopo di rafforzare la connettività e l’integrazione economica tra Asia, Golfo ed Europa e include la proposta di posa di nuovi cavi in fibra ottica per la connettività digitale lungo un percorso simile a quello previsto per TEAS.
Questa settimana, anche il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman ha sottolineato l’importanza logistica del piano del G20 e dei cavi in fibra ottica in un’intervista a Fox News.
“Non si tratta solo di spostare merci e costruire ferrovie e porti. Si tratta di collegare reti, reti energetiche, cavi dati e altre cose che andranno a beneficio dell’Europa, del Medio Oriente e dell’India… È un grosso problema per noi, Europa e India”, ha affermato.
By-passare l’Egitto
Negli ultimi 15 anni le società via cavo sono state desiderose di stabilire nuove rotte attraverso il Medio Oriente per evitare la stretta mortale che l’Egitto e la Telecom Egypt (TE) di proprietà statale esercitano sul settore, secondo Michael Ruddy, direttore della ricerca internazionale presso l’US- con sede a Terabit Consulting.
Attualmente, tutti i cavi in fibra ottica che attraversano la regione, collegando l’Europa con l’Asia, passano attraverso il Mar Rosso e l’Egitto, gestendo circa il 17-30% di tutto il traffico Internet globale.
“Il Mar Rosso è una delle quattro principali rotte transoceaniche in termini di volume e di hub di collegamento, da Tokyo e Shanghai a Singapore e verso l’Europa”, ha affermato Ruddy.
“C’è molto traffico sensibile – dati finanziari e da data center a data center – con molta domanda su quel percorso. E non ci sono molte ottime alternative in questo momento”.
Il cavo TEAS non è l’unico progetto proposto in fase di sviluppo che mira a bypassare l’Egitto.
Nel 2021, Google ha annunciato i piani per un cavo da 400 milioni di dollari tra Europa e Asia noto come Blue-Raman che attraverserà Israele, Giordania e Arabia Saudita.
“TEAS e Blue-Raman sono entrambi urgentemente necessari all’industria per cercare di fornire un’alternativa all’Egitto”, ha affermato Ruddy.
L’accordo di Cinturion per costruire una stazione di atterraggio negli Emirati Arabi Uniti fa seguito a un precedente accordo di luglio per costruire una stazione di atterraggio per un ramo meridionale della rete TEAS vicino a Jeddah, sulla costa del Mar Rosso in Arabia Saudita.
Il coinvolgimento israeliano nel progetto rimane tuttavia piuttosto ambiguo, senza alcun riferimento all’investimento di Keystone sul sito web di Cinturion.
Sul proprio sito web, Keystone si descrive come titolare del 25% delle azioni del progetto TEAS.
Annunciando il suo investimento nel 2021, il CEO di Keystone, Navot Bar, avrebbe affermato che tra i partner figuravano: “Ex alti ufficiali dell’esercito americano, investitori britannici e investitori degli Stati del Golfo e di Israele”.
Cinturion non aveva risposto alle domande di MEE sul coinvolgimento israeliano al momento della pubblicazione.
“Si vocifera di collegamenti terrestri tra Arabia Saudita e Israele. Ma c’è il desiderio di mantenere la cosa segreta, e questo probabilmente sta influenzando la virata di TEAS e Blue-Raman”, ha detto Ruddy.
“C’è ancora molta sensibilità geopolitica e non vogliono pubblicizzare le rotte che hanno”.
Gli operatori del settore non sono sicuri se i cavi menzionati da Netanyahu o bin Salman nei loro recenti commenti pubblici si riferiscano a TEAS o Blue-Raman, se non del tutto.
All’inizio dell’anno Israele aveva annunciato l’intenzione di trasformare il paese in un hub digitale regionale costruendo un cavo in fibra ottica da Ashkelon sul Mediterraneo a Eilat sul Mar Rosso.
La società energetica statale israeliana Europe-Asia-Pipeline-Co (EAPC) costruirà il cavo di 254 chilometri.
Nel frattempo l’Arabia Saudita sta investendo miliardi di dollari in data center e cavi in fibra ottica per trasformare il regno in un hub digitale regionale.
Sette nuovi cavi arriveranno in Arabia Saudita nei prossimi tre anni, aggiungendosi ai 15 già in esercizio.
Fonti del settore dei cavi sottomarini hanno affermato che ottenere un accordo per progetti multi-giurisdizionali come TEAS che corrono tra paesi che hanno attriti storici, come Israele e Arabia Saudita, rimane comunque “estremamente impegnativo”.

(Articolo originale: https://www.middleeasteye.net/news/uae-landing-station-confirmed-fibre-optic-cable-set-link-israel-gulf-states)

La parte intrigante sta nel fatto di vedere se l’operazione riuscirà considerando che si vuole by-passare l’Egitto e anche perché a collaborare sono due nemici storici come Israele e Arabia Saudita con quest’ultima che intende diventare un vero e proprio hub mondiale del digitale. Non a caso la NEOM che viene nominata è la stessa che sta mettendo in opera i mega progetti delle città futuristiche come The Line.

Se poi volessimo provare a guardare da un po’ più in alto queste notizie confermano che la geopolotica delle guerre è una cosa, ma il piano generale che ci vuole tutti connessi, anzi immersi in un mondo iper-digitale corre e prosegue per la sua strada. Ma queste sono le mie consuete elucubrazioni ad minchiam.

Qui altre info sul TEAS: https://www.submarinenetworks.com/en/systems/asia-europe-africa/teas.

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