Piccoli risparmiatori … Tiè!

Diciamolo, questi avidi investitori da quattro soldi ci hanno rotto il c…!

Quattro giorni fa il sito del Ministero dell’Economia ci illuminava (Banche: numeri ed effetti del salvataggio) con alcune precisazioni riguardo il salvataggio delle quattro banche (Nuova Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, Nuova Banca delle Marche, Nuova Cassa di risparmio di Ferrara e Nuova Cassa di risparmio della Provincia di Chieti – per inciso il “Nuova” a tutte l’ho aggiunto io. Quelli del MEF si devono essere dimenticati con tutto il lavoro che hanno da fare, ma fa una bella differenza ricordarlo).

Ma le polemiche non si placano, anzi montano sempre più. Così sul sito del MEF appare un nuovo post (Salva-banche: gli obbligazionisti subordinati sono l’1% dei clienti).

Il MEF ci fa notare che senza l’intervento governativo le banche sarebbero andate in liquidazione e quindi 1.000.000 di correntisti sono stati salvati dal disastro, i crediti ormai inesigibili che gravavano sulle banche sono stati smaterializzati ed immessi nella salvifica Bad Bank, e in tutto ciò sono rimasti solo un 1% di obbligazionisti col cerino in mano. Come dire, senza essere troppo diretti che poi sennò qualcuno si offende, che parliamo di briciole. Briciole umane, ma pur sempre briciole.

In definitiva due messaggi chiari :

1) Noi siamo belli e bravi e abbiamo salvato la patria.

2) Quei quattro sfigati che hanno in mano obbligazioni che non valgono più nulla sono per l’appunto quattro gatti e di conseguenza questo “effetto collaterale” dei salvataggi è cosa buona e giusta e non ci si può fare nulla.

Prossimo post/messaggio?

Mortacci loro di questi avidi, schifosi idioti che si son fatti fregare e a cui nessuno darà nulla! Crepate!

Perché quello che la gente deve capire è che ora sono state salvate quattro banche, ma altre 12 sono commissariate e quindi in lista d’attesa (Istituto per il credito sportivo, Cassa di risparmio di Loreto, Banca popolare dell’Etna, Banca popolare delle province calabre, BCC Banca Romagna Cooperativa, BCC Irpina, BCC Banca Padovana, Cassa rurale di Folgaria, Credito Trevigiano, Banca di Cascina, Banca Brutia, BCC di terra d’Otranto). Come dire che sì, siamo solo all’inizio.

E poi c’è da sistemare la Finanziaria (o Legge di Stabilità come la chiamano oggi). E lì c’è in ballo qualche miliardo in più rispetto a quelli che ballavano nell’affaire delle quattro banche appena salvate.

Suvvia, quell’1% si faccia da parte che abbiamo ben altro a cui pensare.

Ora vi beccate il decreto che vi dirà come potete perdere dieci anni o più della vostra vita a correre dietro alla chimera di un rimborso, anche parziale, che non arriverà mai.

Dai va, caro 1%, al massimo poi vi si prepara una brioche così siete contenti. Però vuota eh, che metterci la marmellata costa e poi la Commissione Europea ce la fa pagare.

Peccato però che dietro quel misero 1% non ci siano grandi investitori che speculano sul tavolo da gioco della finanza internazionale. Ci sono invece persone che hanno subito una truffa in piena regola, quando non anche veri e propri ricatti (della serie “Accendi il mutuo solo se prendi le obbligazioni!”), perdendo, chi più chi meno, i risparmi di anni o anche di una vita intera.

Ascoltare in radio gli interventi di coloro che hanno perso quel piccolo capitale che poteva rappresentare l’occasione per permettersi qualche spesa in più, per se o per la famiglia fa pensare a cosa siamo arrivati. Persone arrabbiate e combattive in alcuni casi, ma anche altre che hanno subito il colpo e stanno somatizzando venendo colpite da depressione o altre malattie potenzialmente mortali. Perché non tutti hanno il coraggio di mettersi una corda al collo, ma molti potrebbero andarsene nel silenzio e nella sofferenza per la vergogna e per l’angoscia di un domani che è diventato nebuloso o al peggio non c’è più.

E dove siamo arrivati? Al punto in cui il culto del denaro è degenerato in ciò che vediamo da anni e anche ora. Una banca avrebbe due semplici funzioni, quella di conservare il denaro versato dai correntisti e quella di finanziare con prestiti i cittadini e le imprese che ne fanno richiesta per avviare un progetto.

Funzioni semplici per l’appunto che dovrebbero andare a carico di banche pubbliche o anche di banche private che siano però sottoposte ad un regime di controlli rigoroso e non alla ridicola vigilanza di Bankitalia e della Consob.

Ci hanno raccontato che più di otto anni fa è iniziata una certa crisi finanziaria internazionale. Ci ricordiamo di cosa si parlava allora? I muti subprime made in USA che hanno creato una voragine di crediti inesigibili, i derivati (gli swap), i casi eclatanti come quello dei Bond Argentina, Cirio e Parmalat e tutta una serie di strumenti finanziari che avevano portato il sistema al collasso.

E’ cambiato qualcosa? Nulla!

Secondo alcuni analisti le banche italiane, così come tutte quelle dentro e fuori i confini europei, sono tecnicamente fallite e galleggiano grazie all’impossibilità – per ora – del sistema di farle collassare completamente.

Sarebbe una mattanza? Forse, ma vorrei vivere quel tanto che basta per vedere nascere il sole il giorno in cui questo sistema crollerà e tutti noi saremo costretti a rivedere radicalmente le nostre priorità.

Nel frattempo attendo fiducioso il nuovo dispaccio del soldato Padoan dal fronte della lotta per salvare le mini-banche italiane.

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