L’attacco all’ambasciata, o meglio a un edificio di proprietà dell’ambasciata iraniana, a Damasco da parte di Israele ha non solo provocato la reazione verbale dell’Iran alla morte di importanti esponenti dei Pasdaran, ma ha anche fatto notare a tutti quanti che il diritto internazionale è condiderato alla stregua di semplice carta straccia. Quando poi c’è di mezzo Israele non esiste proprio, anche perché basta inventare motivazioni ad minchiam e la loro parola diventa legge.

Qualche giorno più tardi c’è stato l’assalto della polizia ecudoriana all’ambasciata messicana a Quito, culminato con l’arresto dell’ex vice presidente dell’Ecuador, Jorge Glas. Anche qui spregio totale per le convenzioni internazionali e riscio di escalation tra i due paesi col Messico che ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia (Cig) di sospendere l’Ecuador dall’organizzazione delle Nazioni Unite sino a quando non avrà offerto pubbliche scuse.

L’attacco israeliano: https://it.euronews.com/video/2024/04/01/siria-colpita-lambasciata-iraniana-a-damasco-morti-e-feriti-accuse-a-israele.

L’assalto della polizia ecuadoriana: https://www.youtube.com/watch?v=3acg5djNQyI.

Due episodi che potrebbero quindi esasperare gli animi in contesti che per diversi motivi sono bollenti.

Di Israele e del massacro dei palestinesi sappiamo. Sulla questione è ormai chiaro che nessuno vuole davvero intervenire, nemmeno i paesi arabi che vogliono mantenere lo status quo con i palestinesi che servono lì, vessati e utili per vari motivi. Solo la risoluzione pacifica non serve a nulla a nessuno degli attori sia in Medio Oriente che in Occidente. Sarebbe ora di dirlo con chiarezza.

Però Israele pigia sull’acceleratore forte del fatto che una reazione iraniana vera e propria sarebbe seguita dal supporto immediato degli USA, almeno sulla carta.

Io spero che Teheran faccia melina annunciando reazioni e lasciando bollire nel brodo dell’incertezza Tel Aviv e Washington, magari per mesi.

Dall’altro lato abbiamo Ecuador e Messico in un contesto, quello del Sud America, nel quale si stanno accendendo molti fuochi.

Abbiamo la questione Venezuela-Guyana (https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/americalatina/2024/02/18/venezuela-guyana-viola-gli-impegni-sullessequibo_2231165e-af39-4c6e-88fb-7d44d33a73f1.html), ma soprattutto abbiamo un Presidente argentino, Javier Milei, che sta rompendo le balle a tanti colleghi di altri paesi – tra gli altri Lopez Obrador del Messico, Gustavo Petro della Colombia e lo stesso Nicolás Maduro del Venezuela – definendoli senza mezzi termini dittatori.

Un clima che penso sia, come spesso accaduto in passato, fomentato dagli USA per destabilizzare un Sud America che da tempo sta guardando ai BRICS con sempre maggior convinzione.

Milei a mio avviso è un tassello importante della questione al di là delle invettive da pescivendolo nei confronti dei suoi omologhi.

Sul piano politico ed economico io sarei per lasciarlo fare. Ha idee particolarissime, anarco-capitalismo, e se sulla parte anarchica sono pienamente d’accordo su quella capitalista siamo agli antipodi. Però lo lascerei fare per vedere dove va a parare.

Quello che proprio non va è l’impostazione della politica estera con le prime uscite che considero oscene.

Ha spergiurato il suo amore per i sionisti andando anche a fare il pagliaccio al muro del pianto proprio mentre i suoi amici, o padroni, stavano già massacrando i palestinesi.

Ha accolto il tossico dei Kiev – che per inciso pare abbia portato a Buenos Aires circa 300 kg di cocaina, per chi? – schierandosi da quella parte come i nostri servetti europei.

Ha detto chiaramente che il suo paese deve restare agganciato al dollaro. E qui, considerando che viene definito dai suoi estimatori un grande economista, non posso fare a meno di chiedermi se sia un Draghi argetino, ovvero un bluff. Il dollaro è una moneta morta e stiamo solo attendendo la sua dipartita ufficiale. Chiunque si schieri da quella parte oggi sceglie il suicidio per il proprio paese.

Tornando alle news di inizio articolo ribadisco che in questo momento il diritto internazionale è morto e coe si suol dire “il re è nudo”. Le regole non sono state inventate per essere condivise, ma solo per essere imposte ai paesi sottoposti. C’è chi può fare quel che gli pare e gli altri devono solo stare zitti.

Ora stiamo vivendo il passaggio di consegne dal cosiddetto “impero anglosassone” a quello a guida cinese, con supporto militare russo, e purtroppo in questi contesti la guerra storicamente la fa da padrone.

Medio Oriente e Sud America bolllono, poi toccherà a noi. Ovviamente temo, ma spero di esagerare come al solito.

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