Mettiamo sul tavolo due questioni. La prima riguarda i testi del DL 16 maggio 2020, n. 33 in coordinato con il DPCM 17 maggio 2020 e il DL “Rilancio”. La seconda è un invito alla riflessione basato su due interessanti articoli apparsi sulle riviste Nature e Science. Chiudiamo poi con una battuta, ma partiamo dai deliri del Governo italiano.

Il DL n. 33 (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/05/16/20G00051/sg) e il DPCM 17/05 (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/05/17/20A02717/sg), in particolare il secondo, mettono insieme una serie di corbellerie ripetute fino alla nausea che dovrebbero essere intese come protocolli per la famosa, o famigerata se preferite, fase 2. Andate a leggere gli allegati al DPCM se avete coraggio.

Detto questo passiamo al fattore tempo.

Se voi cercate le parole magiche “stato di emergenza” nel DL “Rilancio” (https://quifinanza.files.wordpress.com/2020/05/dl_rilancio_quifinanzapdf.pdf) troverete un paio di frasi chiave.

La prima è contenuta nell’Art. 3:

“Tali incarichi sono prorogabili, previa definizione dell’accordo di cui al settimo periodo dell’articolo 1, comma 548-bis, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, e in ragione del perdurare dello stato di emergenza, sino al 31 dicembre 2020.”

Bene! Cioè male! Abbiamo capito che fin qui lo stato di emergenza è prorogato fino al 31 dicembre 2020. Se non ve lo avevano detto ora lo sapete. Ma non è finita qui.

Se andiamo all’Art. 16 troviamo infatti la seguente frase:

“I termini di scadenza degli stati di emergenza dichiarati ai sensi dell’articolo 24, del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, e delle contabilità speciali di cui all’articolo 27, del medesimo decreto legislativo n. 1 del 2018, in scadenza entro il 31 luglio 2020 e non più prorogabili ai sensi della normativa vigente, sono prorogati per ulteriori sei mesi.”

Spero di sbagliare nella interpretazione dei testi, ma credo proprio che si intenda definire al 31 dicembre 2021 il termine dello stato di emergenza.

Direi che abbiamo un problema.

Nel secondo blocco segnalo due articoli che parlano di social.

Science fa notare con preoccupazione come gli anti vaccino sembra stiano prendendo quota nei trend dei social network (https://science.sciencemag.org/content/368/6492/699). Bisogna difendere zio Bill (Knock) Gates e signora per cui occorre trovare un rimedio.

Su Nature si analizza il Twitter francese e anche qui emerge la questione dei critici del vaccino contro i difensori (https://science.sciencemag.org/content/368/6492/699). Il classico divide-et-impera si è messo in moto ed è solo l’inizio.

Chiudo con una battuta. In questi mesi ho passato più tempo sulla letteratura scientifica che solitamente occupava una mezz’oretta della mia rassegna quotidiana. Non sono certo un esperto ma l’occhio lo faccio ballare e ho colto i cambiamenti nel plot narrativo delle riviste scientifiche più eminenti.

In questi giorni la fanno da padrone gli articoli e gli studi che suggeriscono una incredibile versatilità del coronavirus Sars-Cov-2. In pratica sembra che ogni male del mondo di questi tempi derivi da questo simpatico virus. Sarà che si sono moltiplicate le voci che lo definiscono in continua mutazione e quindi sempre più depotenziato nel suo grado di contagiosità. O forse il problema sta nel fatto che è stato a più riprese definito meno letale del virus influenzale stagionale. Ad ogni buon conto ogni giorno emergono associazioni con qualsiasi malattia. Non so dove vogliano arrivare, ma seguo con interesse “l’evoluzione della specie”.

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