La situazione social ha raggiunto livelli non più sopportabili per chi crede nella condivisione libera delle informazioni.

Fatte salve le ovvie “buone maniere” etiche e morali da mantenere a prescindere la censura che si è abbattuta sulla figura del Presidente degli Stati Uniti d’America è atto di una gravità assoluta che si va a sommare a un florilegio di grandi e piccole violenze usate nei confronti di coloro che non esprimevano il pensiero politicamente corretto desiderato dai padroni digitali.

Ricordo oggi e sempre che le mie idee politiche sono quanto di più lontano ci possa essere da quelle di Trump e di coloro che lo sostengono.

Ciò aggiunge ulteriore significato alla scelta fatta per difendere il diritto sacrosanto di ognuno di noi a esprimersi con la parola e lo scritto.

Anche io in passato, nonostante le microscopiche dimensioni del mio verbo internettiano potrebbero far pensare altrimenti, sono stato oggetto in alcune occasioni, sia su Facebook che su Youtube, di censura e ci sono passato sopra (anche se a ben vedere una volta cancellai un canale Youtube pieno di video senza pensarci un secondo).

Oggi però il livello della censura si è alzato e questo non può non far pensare che da qui in avanti le cose andranno peggiorando.

Si emigra quindi verso altri lidi nel contestuale abbandono dei social Youtube, Facebook, Twitter, Instagram e Whatsapp.

Gli account di cui sopra resteranno inattivi fino a quando li cancellerò definitivamente.

Casa mia è e resta il mio sito sul quale si possono rintracciare sia lo scritto che l’immagine.

Per il prossimo futuro mi appoggerò a Rumble per caricare video (canale: https://rumble.com/c/c-490494).

Non sono una verginella e conosco la storia di Rumble e di chi lo ha fondato. Per ora va bene così (i video li posso caricare in tranquillità), poi si vedrà. Ci sono molti altri servizi per cui non sarà difficile, si spera, cambiare in caso di bisogno.

Avevo scelto il social Parler per condividere i miei articoli, ma a quanto pare il sito è offline. E qui giova dire due parole. Narrano del covo di destrorsi a cui il sistema ha deciso di togliere immediatamente l’aria – dopo l’eliminazione della app da Android e Apple Store potrebbe anche dar da pensare la rapidità con la quale il fornitore di spazio Web ha tolto la linea a questo social.

Sarei stato uno dei pochi sinceri comunisti a farne parte perché a me piace la sfida e soprattutto perché pareva essere, almeno per il momento, più libero di altri. A questo punto staremo a vedere come evolverà al situazione, ma anche questo abuso dei “fornitori di servizi” non fa presagire nulla di buono per il futuro.

In ogni caso chi volesse mi potrà trovare su Telegram (canale: Busnosan).

Per la messaggistica al posto di Whatsapp a breve mi troverete su Signal.

Per chi resta l’augurio è che io mi sbagli e che per voi si apra un lungo periodo di felice coabitazione coi padroni social-digitali.

Buon proseguimento!

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