Quando segui una pista non la molli finché non emerge chiaramente se sia quella giusta o meno. Certo, c’è sempre la possibilità che si tratti di correlazione spuria, ma voglio tenere d’occhio la cosa almeno fino alla fine di questa stagione influenzale.

Ho scritto più volte di questo per cui non aggiungo altro in premessa. Vediamo invece i dati aggiornati al terzo rapporto della vigilanza di Influnet (https://w3.iss.it/site/rmi/influnet/pagine/rapportoInflunet.aspx).

Dunque, eravamo partiti forte. Se ben si ricorda a inizio settembre i giornali di regime avanzavano l’ipotesi che questa sarebbe stata la stagione del ritorno dell’influenza, quella che era evaporata per ben diciotto mesi a partire da fine marzo-inizio aprile 2020, cercando di arrabattarsi nel fornire spiegazioni alla sua lunga assenza dalla scena delle malattie infettive – risposta che non è mai arrivata nonostante anche il nostro ISS ci abbia provato, anche dopo mia modestissima triplice sollecitazione, come ho avuto modo di documentare.

Il terzo rapporto ci racconta di una possibile riemergenza che sembra scongiurata. Infatti sia il rapporto epidemiologico che quello virologico parlano chiaro col primo che sancisce il crollo dei (presunti) contagi e il secondo che certifica un solo campione positivo sui 484 esaminati contro i precedenti sei e cinque, per un totale di 12 su 1.581 da inizio rilevazioni (sempre meglio dello zero assoluto della passata stagione).

Ora, che proprio nel momento in cui i numeri covidiani iniziano a risalire vertitiginosamente quelli dell’influenza stagionale stiano nuovamente colando a picco non è al momento probante per supportare la mia ipotesi che l’emergenza covidiana sia in realtà un ingigantimento della consueta pandemia, questa sì che la possiamo chiamare così, influenzale.

Oggettivamente è troppo presto per dirlo, ma non dimentichiamo quei diciotto mesi di nulla inspiegabile e stiamo a vedere come evolve la situazione.

Ricordo però, come già detto in passato, che i test coi quali vi fate sbeffeggiare da più di ventuno mesi sono totalmente inaffidabili perché oltre a non essere diagnostici sono stati elaborati, CDC e FDA docet, con materiale genetico umano, del virus dell’influenza e del virus SARS. Di Sars-Cov-2 non c’è nemmeno l’ombra. Ma di questo pare interessare a nessuno nonostante indichi come sia stato creato ad arte un delirio pseudo pandemico partendo da una base fittizia (a chiunque abbia problemi con quanto affermato fornisco quando vuole la documentazione che prova il tutto).

Chiudo con un accenno alla notizia del prolungamento dello stato di emergenza, che non sarebbe possibile ma tanto ormai fanno quello che vogliono con la scusa della tutela della salute pubblica, che per molti sarà stupefacente, ma non lo è per chi ha avvertito da tempo del tunnel nel quale ci hanno messo. Un tunnel lungo, da percorrere tra una (presunta) nuova ondata da variante opportunamente uscita fuori da un Paese nel quale non si registra alcunché – oggi il Sud Africa, ieri l’India – e un successivo rilassamento utile a non far capire alle rane che la temperatura dell’acqua dove sono immerse si sta alzando sempre di più.

Occhio perché quando ve ne accorgerete sarà troppo tardi e finirete a pancia in su ben cotte.

Select a target language

Translator

Select a taget language: