cricket flour close up

Il 3 gennaio 2023 la Commissione Europea a emanato dei regolamenti che autorizzanon alcune aziende a immettere in commercio alcune farine e polveri “speciali”.

La notizia, soprattutto in relazione a uno dei regolamenti, è apparsa anche sui media di regime che ovviamente la trattano da par loro in coerenza con l’Agenda 2030 che ci vuole insettivori per “Salvare il Pianeta”.

Hanno iniziato a girare quattro di questi regolamenti e ho pensato bene di andare a vedere di cosa si trattasse.

Intanto diamo subito alcune coordinate.

Le aziende hanno presentato domande, in tempi diversi, che sono state vagliate dalla Commissione la quale si è avvalsa del supporto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare per il parere tecnico.

Il parere è stato dato sulla base degli studi forniti dalle aziende richiedenti.

L’autorizzazione garantisce alle aziende l’esclusiva di cinque anni sulla commercializzazione e nessun’altra azienda potrà utilizzare gli studi fatti per proporre analoghi alimenti.

Detto questo parliamo dei quatto regolamenti segnalati da più parti.

Abbiamo nell’ordine il REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2023/4 (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A32023R0004&qid=1673023690105), il 2023/5 (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A32023R0005&qid=1673024143514), il 2023/6 (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A32023R0006&qid=1673023723661) e il 2023/7 (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A32023R0007&qid=1673023747765).

Il numero 4 riguarda l’immissione in commercio di polvere di funghi contenente vitamina D2, il numero 5 riguarda l’immissione in commercio di polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico), il numero 6 riguarda l’immissione in commercio della proteina derivata da pisello e da riso fermentata dai miceli di Lentinula edodes (fungo Shiitake) e il numero 7 riguard l’immissione in commercio del latto-N-tetraosio prodotto da ceppi derivati di Escherichia coli BL21(DE3).

Si noterà come queste autorizzazioni possano far nascere qualche dubbio in chi legge sulla eventuale pericolosità dei prodotti autorizzati.

Basta però fare una semplice ricerca dei prodotti specifici per comprendere come in tre casi – ovvero nei numeri 4, 6 e 7 – non ci sia nulla da temere, almeno sulla carta.

La polvere di funghi contenente vitamina D2, anche se non leggo seciiche e mi sembra un po’ troppo vaga come indicazione, visto il trattamento effettuato non credo comporti alcun rischio.

La proteina derivata da pisello e da riso fermentata dai miceli di Lentinula edodes (fungo Shiitake) non comporta alcun rischio e non vorrei che coloro che l’hanno segnalata come potenzialmente pericolosa avessero associato i funghi al male assoluto, chissà, magari pensando ai funghi allucinogeni. Discoso che peraltro vale anche nel caso precedente.

Il latto-N-tetraosio prodotto da ceppi derivati di Escherichia coli BL21(DE3) nominalmente potrebbe far pensare molto male. L’Escherichia coli è infatti un batterio potenzialmente pericoloso, anche se in determinate condizioni (acqua o cibo contaminato non cotto).

Se fate una ricerca trovate vari studi tra i quali ne ho presi un paio perché nel testo si fa riferimento non solo all’E. BL21(DE3), ma anche all’E.coli K-12 e suoi derivati.

Sia in un caso (https://www.neb.com/-/media/9d078c75306d47e798441d734840fb69.pdf) che nell’altro (https://www.neb.com/-/media/9d078c75306d47e798441d734840fb69.pdf) non sono stati rilevati profili di pericolosità per gli esseri umani.

Lo so che gli studi si possono falsificare soprattutto se si unge bene chi di dovere, ma capiute bene che fino a prova contraria non ci sono evidenze di pericoli.

AGGIORNAMENTO DEL 7 GENNAIO 2023

Dimenticavo un punto importante su questo regolamento.

Nel secondo allegato è scritto: “Fonte Due ceppi geneticamente modificati (un ceppo produttore e un ceppo degradatore opzionale) di Escherichia coli BL21(DE3)” il che significa che abbiamo un OGM.

Può non essere un problema, io però lo faccio notare in quanto sappiamo quale sia il livello di diffidenza nei confronti degli OGM, soprattutto quelli da portare in tavola.

Poi ognuno faccia le sue ricerche e verifichi se e quanto ciò possa rappresentare un problema.

Nel caso del numero 5, quello relati alla farine di grillo domestico, avrei qualcosa da dire.

Intanto ricordiamo che l’elenco dei prodotti lavorati nei quali potrà essere presente questa farina di grillo abbraccia prattcamente ogni tipologia di prodotto. Stesso discorso vale per le altre polveri e/o farine.

Abbiamo “pasta, pane, cracker, grissini, barrette ai cereali, premiscele per prodotti da forno (secche), biscotti, prodotti a base di pasta (secchi), prodotti a base di pasta farcita (secchi), salse, prodotti trasformati a base di patate, piatti a base di leguminose e di verdure, pizza e prodotti a base di pasta, siero di latte in polvere, prodotti sostitutivi della carne (in buona sostanza ve la potreste ritrovare anche nei prodotti vegani), minestre e minestre concentrate o in polvere, snack a base di farina di granturco, bevande tipo birra, prodotti a base di cioccolato, frutta a guscio e semi oleosi, snack diversi dalle patatine, preparati a base di carne“.

Bene! Più o meno.

Primo problema del quale non mi risulta tiggì e pornali di regime abbiano inizato ad informare la plebaglia da supermercato come si deve, c’è la possibilità di subire danni per coloro che sono allergici “ai crostacei e ai prodotti a base di crostacei, ai molluschi e ai prodotti a base di molluschi e agli acari della polvere“. Ricordate infatti che la corazza dei nostri cari grilli è fatta di chetina come quella dei crostacei e non è il massimo della vita per chi è allergico, ma forse non solo per loro.

L’altra questione riguarda il consumo continuativo di prodotti a base di grilli che potrebbe portare ad assumere quantità troppo elevate di chetina e di altre componenti. Perché se li metti ovunque è normale che certi limiti, veri o presunti, rischi di superarli in ogni caso.

Ricordo che, leggiamo sul regolamento, i grilli sono oggetto del seguente trattamento in descrizione/definizione:

Il nuovo alimento è costituito dalla polvere parzialmente sgrassata ottenuta da Acheta domesticus (grillo domestico) intero mediante una serie di fasi, che prevedono un periodo di digiuno di 24 ore degli insetti per consentire lo svuotamento intestinale, l’uccisione degli insetti mediante congelamento, il lavaggio, il trattamento termico, l’essiccazione, l’estrazione dell’olio (estrusione meccanica) e la macinazione.

Quindi, nella speranza che i nostri amici grilli abbiano fatto la cacca per bene e non se se siano tenuta un po’ – sai mai dopo che capisci che ti hanno tirato all’igrasso e improvvisamente ti fanno digiunare… E poi c’è sempre la stitichezza… – per farci torto, resta comunque il problema della chetina e delle atre componenti.

Come informarsi e, nel caso in cui come me non foste interessati né ora né mai al succulento banchetto?

L’azienda – che ricordo essere la “Cricket One Co. Ltd“, 383/3/51 Quang Trung street, Ward 10, Go Vap district, Ho Chi Minh City, Vietnam – è tenuta a inserire, o far inserire alle aziende che si riforniranno da essa, si spera, due diciture in ettichetta:

polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico)

e

le reazioni allergiche nei consumatori con allergie note ai crostacei e ai prodotti a base di crostacei, ai molluschi e ai prodotti a base di molluschi e agli acari della polvere.” (questa indicazione dovrà essere apposta accanto all’elenco degli ingredienti)

Fossi in voi me le segnerei. Vi ricordo infatti che i regolamenti sono stati approvati il 3 gennaio 2023 ed entreranno in vigore in tutta l’Unione Europea il 24 gennaio, ovvero 21 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Chiudo dicendo che ho scritto questo articolo oltre che per informare anche per far notare a chi ha compulsivamente condiviso tutti i regolamenti che lor signori non aspettano altro per indicare in noi “dissidenti” le cassandre che vedono spettri ovunque, anche quando questi oggettivamente non ci sono.

Della serie: “Ecco i soliti allarmisti. Tre su quattro non comportano problemi.”

Quindi facciamo attenzione a cosa condividiamo – lo dico perché questo elenco è apparso sulle bacheche di giornalisti che stimo, come Giorgio Bianchi e altri, che evidentemente hanno condiviso senza effettuare i dovuti controlli – e segnaliamo ciò che può davvero essere pericoloso, o se lo vogliamo fare almeno concentriamoci sulla facoltà di scegliere, così forniamo le informazioni senza essere additati e ridicolizzati.

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