Questo è l’hastag che campeggia sui vari messaggi provenienti da tutto il mondo da parte di medici che chiedono l’immediata liberazione del dottor Hussam Abu Safiya.
Del dottore abbiamo parlato già altre volte sottolineando l’opera fornita nell’ospedale Kamal Adwan di Gaza.
Il dottore ha seppellito suo figlio, ucciso dai barbari sionisti, nel parcheggio dell’ospedale e ha pianto lacrime amare.
Nonostante ciò è rimasto al suo posto e ha cercato in ogni modo di alleviare le sofferenze dei palestinesi che arrivavano in ospedale a frotte dopo i continui bombardamenti subiti.
Ora il dottore è stato rapito, perché questa è la parola corretta da utilizzare, dai barbari sionisti che lo hanno portato nella famigerata prigione di Sde Teiman, luogo nel quale sono già stati torturati e uccisi numerosi colleghi. E ricordiamo che l’ospedale ora non è più in funzione e tutti i ricoverati sono stati fatti scappare, non si sa bene dove, insieme ai colleghi del dottore.
Per lui l’accusa infamante e falsa è quella di essere un terrorista. E con questa accusa i barbari sionisti si lavano le mani di fronte alla inerme “comunità internazionale” ovvero quel miliardo circa di esseri umani, principalmente occidentali, che al di là di qualche chiacchera non muovono un dito per aiutare il popolo palestinese. Non che siano da meno i paesi arabi che tanto parlano a loro volta per poi lasciar fare, a parte qualche commendevole eccezione.
Condivido la traduzione dell’articolo pubblicato su Middle East Eye nel quale si parla dei colleghi del dottore che ne chiedono la liberazione (https://www.middleeasteye.net/trending/doctors-world-israel-release-kamal-adwan-hospital-director).
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Medici da tutto il mondo chiedono a Israele di rilasciare il direttore dell’ospedale Kamal Adwan
I professionisti sanitari e gli utenti dei social media si stanno mobilitando per il dottor Hussam Abu Safiya di Gaza e stanno facendo appello alla comunità internazionale
Gli operatori sanitari e gli utenti dei social media da tutto il mondo chiedono il rilascio immediato del dottor Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza, attualmente detenuto dall’esercito israeliano.
Questa settimana, dottori, professionisti sanitari e civili comuni si sono rivolti ai social media per condividere il loro sostegno ad Abu Safiya, utilizzando l’hashtag “FreeDrHussamAbuSafiyeh”, oltre ad amplificare le richieste che Israele smetta di attaccare gli ospedali di Gaza nella sua guerra contro l’enclave assediata iniziata nell’ottobre 2023.
Oltre all’hashtag di tendenza, è stata avviata una petizione sulla piattaforma Change.org. La petizione è indirizzata al presidente degli Stati Uniti Joe Biden e alla vicepresidente Kamala Harris e chiede “alla comunità internazionale, in particolare agli Stati Uniti, di usare la propria influenza e autorità per costringere Israele a rilasciare immediatamente il dottor Abu Safiya e altro personale medico e pazienti detenuti a Kamal Adwan”.
“L’assistenza sanitaria non è un crimine. Attaccare deliberatamente ospedali, personale medico e pazienti lo è”, si legge nella dichiarazione della petizione.
Quasi 2.000 persone hanno firmato la petizione, citando le leggi internazionali che proibiscono attacchi deliberati o intenzionali a strutture e personale medico, nonché a feriti e malati.
La famiglia di Abu Safiya ha anche fatto appello alla comunità internazionale affinché agisca per il rilascio del medico.
I professionisti sanitari hanno condiviso online immagini con messaggi scritti a mano che dicevano #FreeDrHussamAbuSafiya per attirare maggiore attenzione sulla causa.
Le forze israeliane hanno arrestato Abu Safiya venerdì dopo aver preso d’assalto l’ospedale Kamal Adwan. Durante l’assalto di Israele, diversi reparti hanno preso fuoco, uccidendo e ferendo operatori sanitari e pazienti palestinesi, secondo Munir al-Bursh, direttore generale del ministero della Salute palestinese a Gaza.
Nel raid, le forze israeliane hanno dichiarato di aver ucciso almeno 20 palestinesi.
Secondo i resoconti di lunedì, Abu Safiya è attualmente detenuto nella famigerata prigione israeliana di Sde Teiman, dove abusi, tra cui torture, omicidi e stupri, sono all’ordine del giorno, hanno affermato detenuti recentemente rilasciati.
Bursh ha affermato che le forze israeliane hanno picchiato violentemente Abu Safiya prima di arrestarlo.
Dopo la notizia della detenzione di Abu Safiya a Sde Teiman, molte persone online hanno chiesto alle autorità israeliane di assumersi le proprie responsabilità e di fornire spiegazioni.
L’ospedale Kamal Adwan, che è stato l’ultimo ospedale funzionante nel nord di Gaza, è stato ora reso fuori servizio a seguito dei continui attacchi israeliani.
Abu Safiya ha guadagnato notorietà durante la guerra israeliana a Gaza attraverso le sue richieste di una migliore assistenza sanitaria per tutti i palestinesi e i suoi aggiornamenti regolari dall’enclave devastata dalla guerra. È stato anche elogiato per essersi rifiutato di trascurare i pazienti dell’ospedale Kamal Adwan, nonostante Israele lo abbia preso d’assalto e abbia rimosso con la forza i professionisti sanitari.
L’ultima fotografia scattata prima che Israele lo arrestasse mostra Abu Safiya con la sua divisa da medico mentre cammina da solo verso due carri armati israeliani completamente circondato dalle macerie. Da allora, quell’immagine è diventata virale.
Tutto il personale medico rimanente, i pazienti e i loro parenti sono stati portati fuori dall’ospedale sotto la minaccia delle armi venerdì, costretti a spogliarsi fino alla biancheria intima e trasferiti in un luogo sconosciuto.
Al momento del raid, c’erano 350 persone nell’ospedale, tra cui 180 operatori sanitari e 75 feriti, secondo l’ufficio stampa governativo con sede a Gaza.
Un rapporto del ministero della Salute palestinese di giugno ha affermato che oltre 500 membri del personale medico erano stati uccisi dall’inizio della guerra.
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C’è poco altro da aggiungere se non ricordare che pochi giorni fa sono stati ammazzati altri cinque giornalisti, col totale che ormai si avvicina sempre più a quota 200, ma come al solito i barbari sionisti hanno usato l’etichetta del terrorista anche per loro per cui i nostri media di regime, quelli che in altri casi si strappano le vesti a difesa del giornalismo, se ne sono lavati le mani come solo loro sanno fare.
Ah, quasi dimenticavo, nel frattempo i nostri cari amichetti nazistelli di Kiev hanno ammazzato il dottor Vasily Borisov in un attacco con droni avvenuto nella regione di Kherson (qui la dichiarazione della portavoce del ministro Lavrov, Maria Zakharova: https://mid.ru/en/foreign_policy/news/1989746/).
Ovviamente anche questo fattaccio è passato in cavalleria e Mamma RAI ha glissato raccontando come sempre solo dei bombardamenti russi. Sai mai che raccontando tutto quel che accade qualcuno si possa fare delle domande.