Consiglio caldamente l’ascolto del podcast di “La versione di Oscar” di ieri (http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/versioneoscar/spending-review-bocciata-consulta-165407-gSLA9R8NgB).

Si parlava della sentenza della Corte Costituzionale (n. 129 del 6/6/2016 – http://www.cortecostituzionale.it/).

In questa sentenza la Suprema Corte ha sancito l’illegittimità dell’art. 16, comma 6, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario) (http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2012/07/06/012G0117/sg).

Nel decreto si tagliavano 2,2 miliardi agli enti locali nell’ambito della cosiddetta “Spending Review” del Governo Monti.

Peccato che il suddetto articolo, dice la Corte “non prevede, nel procedimento di determinazione delle riduzioni del Fondo sperimentale di riequilibrio da applicare a ciascun Comune nell’anno 2013, alcuna forma di coinvolgimento degli enti interessati, né l’indicazione di un termine per l’adozione del decreto di natura non regolamentare del Ministero dell’interno”.

Si contesta quindi non la giustezza dei tagli, ma il mancato coinvolgimento degli enti interessati, indi, in teoria lo Stato dovrebbe restituire questi fondi indebitamente tolti agli enti stessi.

Di più, qualora la sentenza fosse ritenuta vincolante anche per gli anni successivi al 2013 la cifra toccherebbe a quota 7,2 miliardi, ma questa per ora è solo una ipotesi.

Detto questo è necessario ascoltare Luca Antonini, docente di diritto costituzionale all’università di Padova e Guido Castelli, sindaco di Ascoli e responsabile finanza locale dell’Anci per capire quali implicazioni ha avuto questo provvedimento sui comuni.

Un “dettaglio” che potrebbe spiegare anche parte dei recenti risultati alle amministrative, in particolare laddove si ripresentavano sindaci che avevano ben amministrato, ma, diciamo così, non potevano dimostrarlo appieno.

E perché? Magari proprio perché si è creata una situazione di tale stress tributario da parte di uno Stato che spreme sempre più i comuni tagliando i trasferimenti e drenando i tributi locali che nel frattempo sono schizzati alle stelle.

Sia detto poi tra parentesi che nel frattempo il MEF ci aggiorna sulla raccolta tributaria del primo quadrimestre 2016. Record su record a quanto pare (http://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/comunicati/2016/comunicato_0102.html).

Le tasse diminuiscono, non sia mai che si contraddica la “narrazione”, ma intanto la raccolta aumenta dell’1,7% nei primi quattro mesi dell’anno dopo aver galoppato anche nel 2015. Chissà poi come fanno i cittadini a non percepire la diminuzione della tasse. Mistero!

In ogni caso terrei d’occhio questa notizia perché oggi al TAR del Lazio si discuteva delle conseguenze della sentenza della Corte e le sorprese potrebbero essere dietro l’angolo.

Ed eccoci arrivati al merito della Riforma Costituzionale.

Avete presente quello di cui il dinamico duo Renzi-Boschi dice da due settimane (il PD ormai da Febbraio) di voler parlare, ma evita accuratamente di farlo.

Si capisce bene che non vogliano farlo.

A ieri contavo almeno una trentina di elementi negativi nella Riforma, ma ho dovuto aggiornare l’elenco grazie alla trasmissione di Giannino. E la sensazione è che ogni giorno sia foriero di novità in tal senso.

In questo caso sono coinvolti gli articoli 70 e 119 del nuovo testo costituzionale licenziato dal Parlamento.

Si crea una situazione nella quale lo Stato impone dall’alto decisioni che impegnano gli enti territoriali in ambito finanziario senza che vi sia alcun filtro (è questo uno dei numerosi casi nei quali alcuni fondamentali contrappesi svaniscono).

Questo filtro in teoria doveva essere incarnato dal nuovo Senato che, ci dicono, avrebbe dovuto rappresentare i territori in Parlamento. Peccato che nel nuovo testo questa rappresentanza non ci sia.

Sarebbe piacevole poter discutere con un sostenitore del SI’ al referendum che sia in grado di spiegare che in realtà Giannino, i suoi ospiti, alcuni (in vero pochissimi, gli altri evidentemente erano e sono “distratti” dalle amministrative – le TV lasciamole perdere) giornali e il sottoscritto hanno preso un granchio.

 

C’è qualcuno?

Madonna che silenzio!

E va bene dai, ora abbiamo due settimane di ballottaggi per “dimenticare” la Riforma, poi vedremo se e quando lor signori si degneranno di affrontare la questione NEL MERITO. In fin dei conti mancano ancora quattro mesi.

And don’t forget

#RiformaCostituzionale

‏#IoVotoNO

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