Da tempo evito come la pellagra i talk show televisivi onde evitare di perdermi nel marasma dell’ovvio e insulso spettacolo cotto a puntino per il popolino.

Nel mentre ho cercato online di trovare voci libere e “contro” che mi permettessero di integrare le mie ricerche al fine di ottenere una visione d’insieme il più possibile vicina a quegli irraggiungibili 360° che rappresenterebbero l’ottimo.

Ieri, dicevo, stavo ascoltando il buon Messora e i suoi ospiti chiacchierare coi soliti toni pacati (e questa è cosa buona e giusta) di cazzabubbole elettorali e ammennicoli vari.

Ospite telefonica la signora Maria Giovanna Maglie che sosteneva le sue convinzioni, sulle quali non discuto, tirando in ballo, bontà sua, la Costituzione.

Nello specifico la signora attorno al minuto 22 rispondeva ad una domanda sulla legittimità politica dell’Esecutivo in carica dopo il risultato delle amministrative emiliano-romagnole e calabresi citando l’Art. 88.

Partiamo da quel “Io sostengo da tempo che a norma dell’Articolo 88 della Costituzione…

A scanso di equivoci vediamo subito cosa c’è scritto nella Carta (https://www.senato.it/documenti/repository/istituzione/costituzione.pdf):

Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse.

Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura.

E ora la Costituzione “materiale” della signora Maglie (dal min. 22 – https://www.youtube.com/watch?v=iGt23-sxDX8&t=1320s):

L’Art. 88 della Costituzione dice che quando non c’è più tra maggioranza parlamentare e il sentimento popolare alcuna sintonia le Camere si sciolgono e che è un dovere questo del Presidente della Repubblica.

Ora, siamo tutti d’accordo quando vediamo il M5S ormai ridotto all’irrilevanza e l’opportunità politica che ne deriva.

In parole povere non sarebbe pietra di scandalo qualora l’inquilino pro tempore del Quirinale – che chi mi conosce sa bene non ho alcuna intenzione di difendere o sostenere – decidesse di fare un giro di consultazioni per vedere che aria tira.

Ma si tratta per l’appunto di opportunità e non di prescrizioni costituzionali. Come si evince dai testi sopra riportati l’Art. 88 è meramente tecnico e stabilisce alcune modalità e tempi dello scioglimento delle Camere. Inoltre la parola “popolare” è presente nella Carta solo in associazione alle questioni referendarie e la parola “sentimento” non esiste nemmeno.

Se proprio volessimo edulcorare la pillola la potremmo definire una colossale mistificazione del dettato costituzionale da parte di una cultrice della cosiddetta “Costituzione materiale”. Ma la parola per definire al meglio la “dotta” citazione della signora Maglie è una sola, FALSA!

Faccio notare questo dettaglio perché quello che cerco di evitare quando approccio i canali di cosiddetta contro informazione online è quanto meno il tentativo di andare oltre lo spettacolo per polli proposto quotidianamente da giornali e TG.

Si dirà, ma la signora Maglie viene da lì, è calata nella parte da finta antagonista di quel sistema di cui fa parte e del quale è elemento integrato ed integrante. Cosa ti aspettavi?

La signora è libera di proferire tutte le idiozie che vuole e nel suo caso al massimo si tratta solo di capire se la sua sia manifestazione di profonda ignoranza – perché si può anche far parte della schiera degli “utili idioti” – o malafede.

Mi ha sorpreso il silenzio del buon Messora. Lui che frequenta ormai da anni illustri giuristi e costituzionalisti di prim’ordine non ha nemmeno avuto il riflesso di alzare la mano e chiedere spiegazioni.

Sulla Costituzione non si scherza. Non mi ritengo un fondamentalista della Carta, ma non c’è niente da fare. Quando la si tira in ballo a sproposito, anche per amor di verità, divento suscettibile.

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