Dal sempre “ottimo” CorSera altre due perle di disinformazione, o se preferite manipolazione della realtà, sulla via della pandemia mediatica.

In primis riporto l’articolo/video di Beppe Severgnini – direi dello sullo spessore nullo del personaggio sia anche superfluo parlare – in difesa, dice lui, degli “eroi” (i medici) del coronavirus.

Prima di analizzare il dato di fatto di cui (s)parla il furbetto del CorSera mi soffermo sugli “eroi”. Sia chiaro che i medici, e gli infermieri, il personale sanitario tutto, sono stati le prime vittime di quanto accaduto nei due mesi “infernali” di marzo e aprile. Ma non sono, e lo dico senza per questo, ripeto, sminuire il loro lavoro, e non saranno mai degli eroi. L’immagine che ho io è quella dei soldati mandati in trincea nel corso della I Guerra Mondiale, in preda al panico per la possibilità concreta di morire in ogni momento, spesso ridotti a spettri preda delle più disparate malattie mentali quando la scampavano. I medici sul campo sono stati travolti da un’onda anomala che li ha visti tentare tutto il possibile per curare persone che rischiavano di morire seguendo le indicazioni che venivano dall’OMS e dal Ministero della Salute italiano, via CTS (Comitato Tecnico Scientifico). Il problema è che loro sono stati inconsapevoli strumenti nelle mani di vertici sanitari che hanno mandato sul patibolo migliaia di persone fornendo indicazioni sbagliate sulla malattia, “raccomandando” di non fare le autopsie che avrebbero chiarito cosa accadeva realmente ai pazienti, imponendo protocolli di cura che hanno letteralmente ucciso le persone.

Le denunce di cui parla il Severgnini sono di questo tipo: https://www.leretico.org/ai-morti-per-covid-faremo-giustizia-consumatori-associati-prepara-la-class-action/.

Basta leggere per capire che non si vuole attaccare il singolo medico, anzi, è il sistema che ha generato una crisi manipolando la realtà che sarà messo sotto tiro. E speriamo che ci sia un giudice a Berlino che non abbia paura di mettersi contro quella politica sanitaria che ha prodotto morti e costretto alla carcerazione preventiva i sani.

Sempre il CorSera in un trafiletto riporta la notizia…

Una tra le tante notizie interessanti che passano come martellamento mediatico dei terroristi media di regime, ma che nasconde una curiosa verità.

Apprendiamo che più di metà degli italiani indosserebbe la museruola in modo scorretto (rendendola di fatto inutile).

A parte che vorrei sapere come fanno a fare certi calcoli. Sembra di rivedere la storiella delle proiezioni (inventate di sana pianta) sul numero di contagi e morti grazie alle quali ci hanno reclusi in casa da sani.

Si nota però la vera notizia? Quello che non ci dicono, ma dovete pur saper leggere, è che nonostante più della metà degli italiani renda inutile il mezzo indossandolo in malo modo (sempre che lo sia davvero pur senza alcuna evidenza scientifica) i numeri del cosiddetto contagio (anche qui è stato ben spiegato che i tamponi, peraltro dagli esiti più che dubbi, evidenziano il virus, non il contagio) incredibilmente non aumentano in modo esponenziale. Eppure il virus è tra noi e non ci vuole mollare.

Scusate, ma chi indossa la museruola dovrebbe sentirsi più sicuro ed è plausibile che si avvicini agli altri con meno remore. In questo caso i “contagi” dovrebbero gioco forza aumentare, e invece no.

Immagino che ci sia qualche fenomeno che sia in grado di spiegare anche questa. Però rifletteteci!

Aggiungo, sempre per quella storia delle verità dette-e-non-dette, le parole del virologo Pregliasco dell’Università degli Studi di Milano in una intervista rilasciata a Radio Cusano…

A parte la – uso il dovuto linguaggio tecnico – minchiata dei quindici minuti di sesso che supera la barriera del suono del ridicolo e sulla quale si sono soffermati tutti i commenti di questi giorni, io invito invece a rileggere la frase pronunciata dal professore.

Vediamola: “E’ scientificamente provato che il contagio avviene quando si sta ad una distanza inferiore ad un metro e per un periodo superiore a 15 minuti. Quindi, onde evitare rischi, l’intimità non dovrebbe durare più di un quarto d’ora”.

Non si può certo trovare tutto, ma nelle mie peregrinazioni tra riviste scientifiche ad oggi non ho mai trovato un solo studio nel quale si citasse la prova del fatto che il contagio avviene quando si sta ad una distanza inferiore ad un metro e per un periodo superiore a 15 minuti, l’avete letta bene?

Pregliasco ha fornito un elemento fondamentale per demolire il castello di carte delle prescrizioni anti contagio che abbiamo subito fin qui, soprattutto quelle che impongono tutt’ora ai lombardi la museruola all’aperto, ma anche nei luoghi chiusi.

Se, come lui afferma, occorrono davvero più di 15 minuti a meno di un metro per essere contagiati per quale motivo appena esco di casa dovrei mettere la museruola? Io questa frase la userei in tribunale se dovessi fare causa a questi signori, ma non sarebbe l’unica come è noto.

Vi ricordate quando vi dissero che passando dopo 10 minuti nello stesso luogo in cui un’altra persona aveva starnutito vi sareste potuti infettare dimenticando di aggiungere che gli studi fatti in passato riguardavano solo ambienti di lavoro al chiuso?

E’ solo una tra le tante, ma il concetto è sempre lo stesso. Questi mentecatti hanno volutamente terrorizzato le persone e lo hanno fatto in modo talmente maldestro che solo la dabbenaggine della maggioranza del popolo, che purtroppo si conferma ignorante e se lo merita, lo ha potuto permettere agevolando così la più colossale mistificazione della storia sanitaria mondiale.

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