Con un ritardo di venti giorni – i report precedenti erano stati diffusi il 26 di ogni mese – AIFA ha messo a disposizione il terzo aggiornamento sulle segnalazioni di reazioni avverse post vaccinazione.

I dati contenuti nel report (https://www.aifa.gov.it/farmacovigilanza-vaccini-covid-19https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_3.pdf) riguardano il periodo che va dal 27/12/2020 al 26/03/2021.

Fin lì le dosi somministrate erano 9.068.349 (Pfizer-BioNTech 68%, ModeRNA 5%, Astra Zeneca 27%).

Le sospette reazioni avverse sono state 46.237 (Pfizer-BioNTech 81%, ModeRNA 2%, Astra Zeneca 17%).

Le reazioni non gravi sono il 92,7% e quelle gravi il 7,1% (lo 0,2% non è definito).

Si nota una netta prevalenza delle segnalazioni per le fasce di età più giovani (da 16 a 59 anni).

Dalla Tabella 1 (pag. 6) leggiamo il dato più importante, ovvero quello del tasso di segnalazione ogni 100.000 dosi somministrate.

Il più alto è quello Pfizer-BioNTech (535), poi Astra Zeneca (477) e ModeRNA (227).

Ricordo che il (cosiddetto) vaccino bloccato è Astra Zeneca, ma Pfizer BioNTech è quello che sembra aver dato maggiori problemi. Quindi?

Attenzione anche al dato complessivo che ci ricorda che il maggior numero di segnalazioni è per il (cosiddetto) vaccino più usato. Infatti nel complesso il tasso di segnalazione ogni 100.000 somministrazioni è stato di 510.

Non dimentichiamo che da un lato queste sono segnalazioni di ogni evento avverso, dal più banale al più grave. D’altro canto questi numeri derivano da segnalazioni che secondo alcuni studi analitici condotti negli ultimi decenni rappresenterebbero solo l’1% del totale reale. Solo per la cronaca.

Nei grafici successivi vediamo come magicamente le segnalazioni stiano crollando rispetto ai dati registrati nei primi due mesi. Tendenza? Si vedrà.

Il 76% degli eventi è occorso a donne e il 23% a uomini (l’1% non è stato definito).

Si nota in Figura 3 (pag. 9) che sono maggiori le segnalazioni dopo la seconda dose.

La Tabella 2 (pag. 10) segnala che il 52,8% degli eventi avversi è accaduto il giorno dell’iniezione e il 34,5% il giorno successivo. Dato importante per la questione del nesso causale perché più il tempo passa più si rischia di non essere nemmeno calcolati. E dato che ascolto e leggo quotidianamente scienziati che prevedono problemi a distanza di mesi…

I dati più curiosi sono quelli degli eventi considerati gravi (Pfizer-BioNTech 2.262, ModeRNA 85, Astra Zeneca 824) con sintomi apparentemente non così gravi.

I decessi segnalati sono 100 (Pfizer-BioNTech 76, ModeRNA 12, Astra Zeneca 12). E qui si nota che il tasso più alto è quello di ModeRNA (come accade negli USA) con 2,8 morti ogni 100.000 dosi.

Ci informano poi del fatto che solo in 1 caso il nesso di causalità sarebbe correlabile.

In Tabella 5 (pag. 24) sono segnalati gli episodi di anafilassi.

In Tabella 7, 8 e 9 (pag. 26 e 27) vediamo gli eventi avversi neurologici.

In Tabella 10 (pag. 28) ci sono le parestesie/disestesie.

Infine leggiamo della riattivazione di infezioni precedenti che sarebbero 135 (tasso di 3,8 ogni 100.000).

Io ricordo solo che, ultimo tra le centinaia che ho letto in questi mesi di “vaccinazione”, il caso Cutitta verosimilmente non rientrerà nella casistica né delle reinfezioni né dei decessi.

Prendo l’articolo de “Il Secolo d’Italia” (https://www.secoloditalia.it/2021/04/massimo-cuttitta-covid/) come ne potrei prendere altri per sottolineare che i media di regime hanno liquidato la morte dell’ex stella del rugby italiano e di sua madre come morte “da Covid”. Ma sia Marcello che la madre erano stati vaccinati. Chissà!

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