Ieri sera è caduto un missile S-300, in dotazione alle forze armate ucraine, in territorio polacco. Due i morti e molte le domande aperte.

Immediata la reazione della cosiddetta “comunità internazionale” che ha additato la Russia pur sapendo bene che, al netto di come la si pensi su quanto accaduto negli ultimi nove mesi, i russi non hanno mai neanche lontanamente pensato di avvicinarsi al confine onde evitare situazioni potenzialmente devastanti.

Poche ore dopo l’evento è risultato chiaro come il missile fosse ucraino. Ciò nonostante la solita “comunità internazionale” ha puntato il dito contro la Russia attribuendole una responsabilità indiretta. Una su tutti la già penosa premier italiana che ho purtroppo ascoltato nel suo ininfluente intervento al G20 di Bali.

Inutile stare qui a rifare la storia, più o meno remota, che ha prodotto l’attuale conflitto ucraino. Come spesso accade, o forse sarebbe meglio dire sempre, le responsabilità stanno da più parti, le due direttamente impegnate sul campo e altre che partecipano più o meno attivamente con aiuti di ogni genere.

Mi preme sottolineare però che ci sono evidenze del fatto che si potrebbe trattare di un atto deliberato dell’Ucraina, il che cambierebbe non poco le carte in tavola.

Mentre ascolto la diretta del Consiglio di Sicurezza ONU (https://www.youtube.com/watch?v=EuDVD-CXQ-s) penso infatti al consueto delirio del cocainomane di stanza a Kiev, tal Zelensky, che non ha solo accusato la Russia, ma ha anche chiesto una immediata rappresaglia.

Se si fosse trattato di un atto deliberato russo non ci sarebbero stati dubbi su quel che sarebbe accaduto poi.

Ricordiamo infatti che gli articoli 4, 5 e 6 del trattato NATO (https://www.nato.int/cps/fr/natohq/official_texts_17120.htm?selectedLocale=it) sono chiari.

Peccato che, come detto sopra, la Russia non abbia mai rischiato così tanto.

Se invece fosse andata come si stanno affrettando a far intendere tutti i nostri eroi, ovvero che si è trattato di un innocente errore della difesa ucraina, il tutto si chiuderebbe con l’ennesima reprimenda alla Russia per responsabilità indiretta – il che sarebbe corretto dal momento che i bombardamenti russi avrebbero generato l’errore ucraino – e un buffetto cordiale a Zelensky così per fare.

Ma se invece, come sostengo io, si fosse trattato di un atto deliberato ucraino non potrebbe non scattare il meccanismo di difesa di un paese NATO.

La Polonia ha già fatto sapere che non ci sono problemi. E se l’Ucraina dovesse ripetere l’operazione cosa accadrebbe?

Faccio notare altresì che nel suo intervento in collegamento con il G20 di Bali il cocainomane di Kiev ha paventato un possibile cataclisma nucleare.

Anche qui, sappiamo che i russi non sono così folli da rischiare di mettere a repentaglio non solo milioni di vite europee, ma anche dei loro stessi compatrioti.

Su Zelensky avrei qualche dubbio perché dopo l’ennesima tirata di coca, magari tagliata malwe, non è detto che questo guitto non possa dare l’ordine di far saltare la centrale di Zaporižžja.

Sarà pur vero che lui è solo un burattino nelle mani di Washington, ma se avesse mangiato la foglia e fosse a conoscenza della sua imminente dipartita non possiamo sapere cosa potrebbe fare.

La mia impressione è che il suo cammino sia prossimo al termine, il che non significa che il conflitto si vada ad esaurire, ma solo che il personaggio ormai ha dato ciò che doveva dare ed è giunta l’ora di cambiare frontman.

Credo che anche a livello diplomatico, al di là delle penose dichiarazioni di facciata, ci si stia interrogando su cosa fare con un personaggio così instabile.

Non dimentichiamo che parliamo di un attorucolo che ha insultato a più riprese gli abitanti della Crimea – si veda la gag sulla mancanza di acqua dopo che il regime di Kiev aveva chiuso la diga che alimenta la Crimea – celandosi dietro la maschera da presunto comico volgarotto.

Inoltre a suo tempo, e già da Presidente, ha chiarito alla tivvù ucraina che tutti i russofoni del Donbass avrebbero dovuto sloggiare e andare in Russia se non volevano fare una brutta fine – ricordo che parliamo di video facilmente rintracciabili online che arrivano dalla tivvù di stato ucraina. Trattasi di becera propaganda – e ha portato avanti il sistematico bombardamento del Donbass che ormai dura da più di otto anni.

Nell’ottica di una possibile soluzione diplomatica la speranza è che gli ultimi eventi portino al tavolo delle trattative con qualcuno di ben altro spessore dalla parte ucraina.

Il vero problema sta nel fatto che nessuno potrà uscire sconfitto. Ucraina, Russia e soprattutto NATO, ovvero anglosassoni, accetteranno di uscire con la loro immagine intaccata per cui si prevedono tempi lunghi.

Nel frattempo occorre denunciare le mistificazioni dei nostri media di regime che non stanno raccontando nulla di ciò che accadde a Donetsk e dintorni e contunano a reggere li gioco di Kiev nonostante le menzogne del regime di Zelensky siano palesi. Buon ultima la panzana dei crimini di guerra a Kherson dove i militari ucraini sono entrati pochi giorni fa e già hanno iniziato i rastrellamenti dei presunti collaborazionisti. Torture e probabili omicidi immagino saranno attribuiti ancora una volta ai russi, che non sono certo stinchi di santo, ma non hanno nulla a che fare con i crimini pereptrati dai nazisti di Kiev.

Chissà cosa si inventeranno il giorno in cui sarà chiaro che il missile è partito da Kiev non per errore.

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