L’ultimo report ISS (Istituto Superiore di Sanità) sulla (presunta) efficacia dei “vaccini”, meglio noti come “terapie genico-cellulari”, covidiani parrebbe essere chiaro nei consueti dati, che diamo per buoni, riguardo il disastro delle punturine.

Eppure oggi ANSA titola “Covid: Iss, mortalità degli over80 no Vax quasi 10 volte più alta” sottotitolando “Rispetto alle persone vaccinate con la 4/a dose da meno di 120 giorni” (https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2022/11/19/covid-iss-mortalita-degli-over80-no-vax-quasi-10-volte-piu-alta-_da8580a9-ef95-49de-b4ed-f2896c3f19c8.html).

Prendiamo ancora una volta – uff, che noia che barba! Lo so. – il report (https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_16-novembre-2022.pdf) e andiamo a vedere.

Da pagina 4 troviamo l’enunciato preso per buono a scatola chiusa da quelle aquile di ANSA e anche gli altri sulle altre categorie considerate a rischio.

Nella popolazione di età 80+, per i non vaccinati (Tabella 5) il tasso di:

  • ospedalizzazione (30/09/2022-30/10/2022) risulta all’incirca quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con dose addizionale/booster, e approssimativamente cinque volte e mezzo e tre volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con 2° dose booster da meno di 120 giorni e da oltre 120 giorni
  • ricoveri in terapia intensiva (30/09/2022-30/10/2022) risulta sei volte più alto rispetto ai vaccinati con dose addizionale/booster, e dieci e cinque volte più alto rispetto ai vaccinati con 2° dose booster da meno di 120 giorni e da oltre 120 giorni
  • mortalità (23/09/2022-23/10/2022) risulta sei volte più alto rispetto ai vaccinati con dose addizionale/booster, e rispettivamente nove volte e mezzo e cinque volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con 2° dose booster da meno di 120 giorni e da oltre 120 giorni”

E ora vediamo le tabelle coi dati (si noti che qui abbiamo il dato complessivo, quindi non è dato sapere quali siano i numeri grezzi delle varie categorie per età).

Sui 6.805.915 non “vaccinati” 1.866 sono stati ricoverati, 85 sono finiti in terapia intensiva e 292 sono deceduti (questi ultimi sono calcolati su 6.807.261, campione preso su differente finestra temporale).

Sui 784.144 “vaccinati” 1.340 sono stati ricoverati, 30 sono finiti in terapia intensiva e 214 sono deceduti (questi ultimi sono calcolati su 714.664, campione preso su differente finestra temporale).

A casa mia, e anche di chi mastica metatica spicciola, le percentuali risultano esser le seguenti:

Non “vaccinati” ospedalizzati: 0,027%
Non “vaccinati” in terapia intensiva: 0,001%
Non “vaccinati” deceduti: 0,004%

“Vaccinati” ospedalizzati: 0,17%
“Vaccinati” in terapia intensiva: 0,003%
“Vaccinati” deceduti: 0,029%

Come è evidente i cosiddetti “NoVax” hanno più possibilità di essere ricoverati, ma meno sia di finire in terapia intensiva che di morire.

Quindi risulta come minimo fuorviante, per non dire altro, la conclusione che si fa a pagina 5 quansdo si afferma che “nella popolazione complessiva l’efficacia del vaccino (riduzione percentuale del rischio nei vaccinati rispetto ai non vaccinati, cfr. Tabella 7) nel periodo di prevalenza Omicron (a partire dal 3 gennaio 2022) nel prevenire i casi di malattia severa è: pari al 69% nei vaccinati con ciclo incompleto o completo e pari all82% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster“. Basta andare a vedere i miei precedenti articoli con i report ISS per avere un’idea in merito.

Resta il dubbio sui numeri grezzi degli over ’80, che troveremmo a pagina 28.

Il problema dei dati nella tabella dei tassi su ogni 100.000 abitanti, che è poi quella che fornisce le proporzioni per fascia di età, è evidente. Sono incompleti e hanno serie limitazioni peraltro indicate nella legenda sotto la tabella. Mancano i dati grezzi dai quali sarebbe più agevole partire per tentare un calcolo più realistico. Ma in questa storia quando chiedi i dati grezzi ti guardano e si mettono a ridere.

Detto questo ricordiamo che nell’ultima rilevazione sono stati registrati 848.766 casi di positività, 15.087 ospedalizzati, 578 ricoverati in terapia intensiva e 1.809 deceduti.

Ed ecco le percentuali assolute:

Non “vaccinati” positivi: 8,45%
Non “vaccinati” ospedalizzati: 12,36%
Non “vaccinati” in terapia intensiva: 14,70%
Non “vaccinati” deceduti: 16,14%

“Vaccinati” 1 dose/2 dosi positivi: 13,11%
“Vaccinati” 1 dose/2 dosi ospedalizzati: 9,49%
“Vaccinati” 1 dose/2 dosi in terapia intensiva: 8,30%
“Vaccinati” 1 dose/2 dosi deceduti: 9,45%

“Vaccinati” 3 dosi positivi: 70,48%
“Vaccinati” 3 dosi ospedalizzati: 60,2%
“Vaccinati” 3 dosi in terapia intensiva: 63,66%
“Vaccinati” 3 dosi deceduti: 53,73%

“Vaccinati” 4 dosi entro 120 giorni positivi: 5,22%
“Vaccinati” 4 dosi entro 120 giorni ospedalizzati: 9,04%
“Vaccinati” 4 dosi entro 120 giorni in terapia intensiva: 8,13%
“Vaccinati” 4 dosi entro 120 giorni deceduti: 8,84%

“Vaccinati” 4 dosi da più di 120 giorni positivi: 2,72%
“Vaccinati” 4 dosi da più di 120 giorni ospedalizzati: 8,88%
“Vaccinati” 4 dosi da più di 120 giorni in terapia intensiva: 5,19%
“Vaccinati” 4 dosi da più di 120 giorni deceduti: 11,82%

Le somme le sapete fare.

Si conferma come i numeri assoluti facciano la fotografia di un siero che non protegge dal contagio (sempre per la serie “facciamo finta che…”) – e questo ormai è passato in cavalleria anche se il manuale di microbiologia che ho a casa, e sul quale i presunti professoroni dovrebbero aver studiato all’università, recita ancora che i vaccini impediscono il conytagio – e in più non impedisce nemmeno lontanamente di incorrere nel ricovero ordinario, in quello in terapia intensiva e perfino nella morte.

Se inveceper voi impedire lo sviluppo della malattia grave e la mortee equivale ad avere 2.705 ricoveri ordinari, 77 ricoveri in terapia intensiva e soprattutto 374 morti tra coloro che hanno assunto 4 dosi allora hanno ragione ANSA e l’ISS.

Direi che è giuno il momento di non parlarne più, anche se so che presto o tardi ricapiterà.

Proverò a resistere alla tentazione.

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