Condivido due articoli pubblicati su Middle East Eye e South China Morning Post nei quali si parla di proxy – quei paesi che vengono utilizzati dalle grandi potenze per far guerra ad altre potenze sotto più o meno mentite spoglie – e tentativi di sottrazione più o meno illecita di infrastrutture ad aziende straniere che le hanno ben condotte.

Sulla prima questione leggiamo le parole della leader dei Conservatori inglesi Kemi Badenoch la quale ammette esplicitamente che Israele è un proxy della Gran Bretagna in Medio Oriente e l’Ucraina è un proxy europeo contro la Russia.
Non è proprio così, ma resta il fatto che ogni tanto lor signori si lasciano scappare qualche pezzetto di verità da sbattere in faccia al popolino inebetito. Forse lo fanno proprio per vedere che effetto fa.
Da sottolineare inoltre la difesa a spada tratta di Israele e del macellaio Netanyahu.

“Israele combatte la guerra per procura del Regno Unito”, afferma Kemi Badenoch

I commenti del leader conservatore sono stati definiti “moralmente fallimentari e pericolosamente disonesti”.

La leader dell’opposizione britannica Kemi Badenoch ha difeso la guerra in corso di Israele contro Gaza, descrivendola come una “guerra per procura per conto del Regno Unito”.
In un’intervista rilasciata domenica a Trevor Phillips di Sky News, Badenoch, ora alla guida del Partito Conservatore, ha affermato che la guerra di Israele contro Gaza è in linea con l’interesse nazionale della Gran Bretagna, paragonandola a “l’Ucraina [che combatte] per conto dell’Europa occidentale contro la Russia”.
Badenoch ha respinto la condanna internazionale della campagna militare israeliana e si è rifiutata di criticare la retorica incendiaria del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Non sono qui per controllare il linguaggio del Primo Ministro di Israele”, ha affermato. Le sue osservazioni sono arrivate poco dopo che una dichiarazione congiunta del Primo Ministro britannico Keir Starmer, del Primo Ministro canadese Mark Carney e del Presidente francese Emmanuel Macron, all’inizio di questa settimana, aveva ammonito Israele a porre fine alle “intollerabili” sofferenze umane o ad affrontare “ulteriori azioni concrete”.
Martedì, il Regno Unito ha replicato sospendendo i colloqui commerciali con Israele, un rimprovero raro ma limitato.
Sollecitata a chiederle se stesse equiparando il bombardamento israeliano di Gaza alla difesa dell’Ucraina contro un’invasione russa, Badenoch ha dichiarato: “Israele sta combattendo una guerra. Non sta a me controllare esattamente come lo stia facendo… Non è un genocidio, come si dice”.
I commenti di Badenoch hanno scatenato aspre critiche da parte del deputato britannico Ayoub Khan, che li ha definiti “moralmente fallimentari, pericolosamente disonesti” e “un palese tentativo di creare false narrazioni e diffondere disinformazione”. “I suoi commenti riflettono un inquietante schema ricorrente tra alcuni politici che, invece di sostenere la verità e la giustizia, scelgono di travisare la realtà e manipolare l’opinione pubblica mentre persone innocenti continuano a soffrire”, ha dichiarato Khan a Middle East Eye.
“Badenoch non sta offrendo una diplomazia ponderata; sta ripetendo a pappagallo la retorica del governo di estrema destra israeliano guidato da Netanyahu – lo stesso Netanyahu per il quale la Corte Penale Internazionale (CPI) ha richiesto un mandato di arresto, con l’accusa di crimini di guerra e crimini contro l’umanità”, ha aggiunto.
Phillips ha ripetutamente contestato Badenoch per il suo rifiuto di criticare le azioni israeliane. “Stamattina non sembra che lei stia criticando nulla di ciò che fanno gli israeliani”, ha detto. Badenoch ha respinto l’accusa, ma non ha chiarito in cosa si discosta dalla strategia militare israeliana.

“Il silenzio di Badenoch sulla carestia infantile, sui bombardamenti degli ospedali e sulla detenzione di civili – pur difendendo coloro che sono sotto inchiesta internazionale per crimini di guerra – dovrebbe allarmare profondamente ogni persona di principio in questo Paese”, ha affermato Khan.

Facendo eco a queste preoccupazioni, Chris Doyle, direttore del Consiglio per l’intesa arabo-britannica, ha dichiarato: “Questa è l’ennesima posizione vergognosa del leader conservatore”. L’anno scorso, la CPI ha emesso mandati di arresto sia per Netanyahu che per l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Nel frattempo, la Corte Internazionale di Giustizia sta esaminando un caso di genocidio contro Israele per i suoi continui attacchi contro i civili a Gaza.
“Badenoch omette opportunamente una verità fondamentale”, ha affermato Khan. “Le uniche volte in cui gli ostaggi sono stati liberati è stato attraverso la diplomazia e i cessate il fuoco negoziati. Oggi, 58 ostaggi israeliani rimangono a Gaza, eppure migliaia di palestinesi, tra cui donne e bambini, sono tenuti in ostaggio da Israele”.

“Posizione vergognosa del leader conservatore”

Israele mantiene un blocco sugli aiuti umanitari, bloccando i valichi di Gaza a cibo, medicine e forniture di emergenza dall’inizio di marzo. Il sistema sanitario dell’enclave è al collasso, con osservatori internazionali che lanciano l’allarme su carestia e malattie di massa.
Phillips ha ripetutamente contestato Badenoch per il suo rifiuto di criticare le azioni israeliane. “Stamattina non sembra che tu stia criticando nulla di ciò che fanno gli israeliani”, ha detto. Badenoch ha respinto l’accusa, ma non ha chiarito in cosa si discosta dalla strategia militare israeliana.
“Il silenzio di Badenoch sulla fame dei bambini, sui bombardamenti degli ospedali e sulla detenzione di civili – mentre difende coloro che sono sotto inchiesta internazionale per crimini di guerra – dovrebbe allarmare profondamente ogni persona di principio in questo Paese”, ha affermato Khan.
Facendo eco a queste preoccupazioni, Chris Doyle, direttore del Consiglio per l’intesa arabo-britannica, ha dichiarato: “Questa è l’ennesima posizione vergognosa del leader conservatore”. “Badenoch si sta schierando con Netanyahu – un uomo ricercato dalla CPI per crimini di guerra – mentre perpetra un genocidio a Gaza, dando seguito alle minacce di genocidio ripetutamente rivoltegli da lui e dai suoi ministri”, ha dichiarato Doyle a MEE. “La sua mancata condanna della brutale politica di carestia contro i palestinesi evidenzia il persistente razzismo anti-arabo e la posizione islamofoba della sua leadership”, ha aggiunto.
I commenti di Badenoch sembrano sempre più in contrasto con il consenso internazionale, mentre la guerra di Israele contro Gaza entra nel suo 19° mese, con circa 54.000 palestinesi uccisi, la maggior parte dei quali donne e bambini.

(Articolo originale: https://www.middleeasteye.net/news/israel-waging-proxy-war-uk-gaza-says-kemi-bedenoch)

Nel secondo articolo, che posso condividere solo in parte non essendo abbonato, si parla della volontà del governo australiano di togliere la concessione di 99 anni a una azienda cinese che sta gestendo il porto di Darwin.
Al grido di “il porto deve essere in mani australiane” si va contro quei principi che in Occidente sbandieriamo continuamente. Il libero mercato evidentemente vale solo quando fa comodo.
Da sottolineare che l’azienda cinese Landbridge Group ha preso in mano un porto in situazione più che precaria e lo ha rilanciato rendendolo nuovamente efficiente e remunerativo.
Cosa che è accaduta anche in Inghilterra (https://www.bbc.com/news/articles/ckg17g39x41o) con il governo che governo del Regno Unito che sta assumendo il controllo della British Steel, di proprietà cinese, dopo che il Parlamento ha approvato in un solo giorno una legge d’emergenza.

L’ambasciatore cinese critica il “discutibile” piano australiano di restituzione del porto di Darwin

Xiao Qian afferma che il Landbridge Group, che ha un contratto di locazione di 99 anni, ha effettuato investimenti significativi nel porto e contribuito all’economia locale.

L’ambasciatore cinese in Australia ha definito “discutibile” il piano del governo australiano di porre fine al controllo di un’azienda cinese sul porto di Darwin, situato in una posizione strategica, affermando che l’azienda non dovrebbe essere punita.
L’azienda cinese Landbridge Group si è aggiudicata un contratto di locazione del porto di 99 anni nel 2015, in base a un accordo originariamente approvato dal governo del Territorio del Nord, una mossa criticata dall’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Il mese scorso, il primo ministro australiano Anthony Albanese ha dichiarato che il suo governo stava lavorando a un piano per riacquistare il porto di Darwin dai suoi proprietari cinesi per motivi di interesse nazionale, affermando che il porto doveva essere “in mani australiane”.

(Articolo originale: https://www.scmp.com/news/china/diplomacy/article/3311791/chinas-ambassador-hits-out-australias-questionable-darwin-port-plan?module=top_story&pgtype=homepage)

Due esempi di quel che si diceva in apertura. Noi siamo quelli che fanno e disfano a proprio piacimento ed è per questo motivo, ma anche altri, che siamo morti e il resto del mondo prima o poi ci lascerà al nostro destino di declino definitivo.
Io non sono un fa del libero mercato e nemmeno delle continue interferenze dei governi nelle attività economiche. Ho le mie idee e so che non piacerebbe quasi a nessuno provare a rendere effettiva la rivoluzione che ho in testa.
Ma qui si vuole solo rimarcare la nostra arroganza e quel complesso di superiorità nei confronti del resto del mondo che è e sarà la nostra rovina.

Select a target language

Translator

Select a taget language: