Mentre il mondo commenta il litigioso divorzio tra Donaldo e Cugino Elon alle Nazioni Unite è andata in scena l’ennesima farsa con il voto alla bozza di risoluzione che intendeva chiedere, mica imporre, un cessate il fuoco incondizionato tra Israele e Hamas.

Sappiamo già che Israele avrebbe risposto picche, meglio ancora non avrebbe nemmeno risposto, ma fa specie ritrovare gli USA sempre nella medesima posizione ovvero quella di difensori a spada tratta dei macellai sionisti.

Condivido l’articolo pubblicato sul sito dell’ONU con la cronaca del 4 giugno (https://news.un.org/en/story/2025/06/1164056?_gl=117ax3pw_gaODM2ODU1ODgxLjE3NDkyMzk1OTM._ga_TK9BQL5X7Z*czE3NDkyMzk1OTIkbzEkZzEkdDE3NDkyMzk4MDckajEkbDAkaDA.).

Gli Stati Uniti pongono il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiede un cessate il fuoco permanente a Gaza

Mercoledì, una bozza di risoluzione che chiedeva un cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza non è stata approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dopo che gli Stati Uniti hanno posto il loro veto, bloccando l’iniziativa sostenuta da tutti e dieci i membri eletti del Consiglio.

Il testo, co-sponsorizzato da Algeria, Danimarca, Grecia, Guyana, Pakistan, Panama, Repubblica di Corea, Sierra Leone, Slovenia e Somalia – noti collettivamente come E-10 – ha ricevuto 14 voti a favore, con gli Stati Uniti come unico voto contrario.
In quanto uno dei cinque membri permanenti del Consiglio, gli Stati Uniti detengono il potere di veto, un voto negativo che impedisce automaticamente l’approvazione di qualsiasi risoluzione.
Se fosse stata adottata, la bozza avrebbe richiesto “un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente a Gaza” che tutte le parti avrebbero rispettato.

Rilasciare tutti gli ostaggi

Oltre al cessate il fuoco, la bozza di risoluzione chiedeva la “revoca immediata e incondizionata di tutte le restrizioni” all’ingresso e alla distribuzione di aiuti umanitari a Gaza, chiedendo un accesso sicuro e senza ostacoli per le Nazioni Unite e i partner umanitari in tutta l’enclave.
Sollecitava inoltre il ripristino dei servizi essenziali, in conformità con i principi umanitari e le precedenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza.
Il testo esprimeva sostegno agli sforzi di mediazione in corso, guidati da Egitto, Qatar e Stati Uniti, per ripristinare il quadro di cessate il fuoco graduale delineato nella risoluzione 2735 (2024), che prevede la cessazione definitiva delle ostilità, il rilascio di tutti gli ostaggi, lo scambio dei prigionieri palestinesi, la restituzione di tutte le salme, il completo ritiro militare israeliano da Gaza e l’avvio di un piano di ricostruzione a lungo termine.

Bozza di risoluzione inaccettabile: Stati Uniti

Parlando prima del voto, la rappresentante statunitense ad interim Dorothy Shea ha definito la bozza di risoluzione “inaccettabile”.
“L’opposizione degli Stati Uniti a questa risoluzione non dovrebbe sorprendere: è inaccettabile per ciò che dice, è inaccettabile per ciò che non dice, ed è inaccettabile per il modo in cui è stata presentata”, ha affermato.
“Gli Stati Uniti sono stati chiari”, ha continuato, “non sosterremo alcuna misura che non condanni Hamas e non inviti Hamas a disarmarsi e lasciare Gaza”.
Ha aggiunto che Hamas ha respinto numerose proposte di cessate il fuoco, tra cui una nel fine settimana che avrebbe aperto la strada per porre fine al conflitto e liberare gli ostaggi rimasti.
“Non possiamo permettere che il Consiglio di Sicurezza conceda il riconoscimento dell’intransigenza di Hamas”, ha affermato la signora Shea, sottolineando che “Hamas e gli altri terroristi non devono avere futuro a Gaza. Come ha detto il Segretario [Marco] Rubio: ‘Se una brace sopravvive, si accenderà di nuovo e diventerà un fuoco’”.

“Il mondo sta guardando”

Il fallimento della risoluzione arriva mentre la crisi umanitaria a Gaza si aggrava, con le agenzie delle Nazioni Unite che denunciano il collasso totale dei servizi sanitari, l’aumento degli sfollamenti e l’aumento del numero di vittime legato al nuovo sistema di distribuzione degli aiuti privatizzato da Stati Uniti e Israele, che aggira le agenzie esistenti.
“Il mondo osserva, giorno dopo giorno, scene orribili di palestinesi colpiti, feriti o uccisi a Gaza mentre cercano semplicemente di mangiare”, ha dichiarato mercoledì mattina il capo degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, Tom Fletcher.

C’è sempre una scusa per porre il veto.

In questo caso il detto e il non detto, come se fosse antani, non permette ai cari amici di Washington di dare il via libera alla bozza di risoluzione.

Tel Aviv festeggia, ma come detto non gliene potrebbe fregare di meno poiché non intende fermarsi nemmeno di fronte a ben altre pressioni per cui quello avvenuto all’ONU, così come accaduto in molti altri casi, è solo un esercizio di stile di un Occidente sempre più alla frutta. Non a caso ci stanno rifilando l’ennesima pagliacciata con Mimì e Cocò che fanno le star social e i polletti che vanno dietro alle loro recite.

Conforta sapere che siamo ormai ai titoli di coda.

Conforta molto meno sapere che poi non andrà meglio.

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