Donald Trump e Benjamin Netanyahu hanno trovato un accordo sul piano steso del primo per riportare pace a Gaza. Ora tocca ad Hamas. Questo ci dicono.
Io che sono malizioso penso che sia l’ennesima farsa trumpiana, che somiglia non poco a quel dialogo con l’Iran fatto appositamente per permettere a Israele di attaccare con ferocia nel tentativo di destabilizzare il paese nemico.
Ascoltate anche le successive dichiarazioni del macellaio Bibi, anche se queste potrebbero essere a solo uso e consumo del popolino israeliano, vien da pensare che il piano sia utile a girare la frittata.
Con Israele in palese difficoltà sul campo, dove ha distrutto quasi tutta Gaza senza ottenere la fine (ma la volevano davvero?) di Hamas, ma anche fuori con la comunità internazionale vera (non quella da meno di 1 miliardo di anime che non vediamo come tale da suprematisti occidentali) che sta chiaramente voltando le spalle ai cari Gedeoni Genocidi provano a buttare tutta la pressione sui dirimpettai. Funzionerà?
Leggiamo i 20 punti del piano:
- Gaza sarà una zona deradicalizzata e libera dal terrorismo che non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini.
- Gaza sarà riqualificata a beneficio della popolazione di Gaza, che ha sofferto più che abbastanza.
- Se entrambe le parti accetteranno questa proposta, la guerra terminerà immediatamente. Le forze israeliane si ritireranno sulla linea concordata per preparare il rilascio degli ostaggi. Durante questo periodo, tutte le operazioni militari, inclusi i bombardamenti aerei e di artiglieria, saranno sospese e le linee di battaglia rimarranno congelate fino a quando non saranno soddisfatte le condizioni per il ritiro completo e graduale.
- Entro 72 ore dall’accettazione pubblica di questo accordo da parte di Israele, tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, saranno restituiti.
- Una volta rilasciati tutti gli ostaggi, Israele rilascerà 250 ergastolani, oltre a 1.700 cittadini di Gaza detenuti dopo il 7 ottobre 2023, comprese tutte le donne e i bambini detenuti in tale contesto. Per ogni ostaggio israeliano i cui resti saranno rilasciati, Israele rilascerà i resti di 15 cittadini di Gaza deceduti.
- Una volta restituiti tutti gli ostaggi, i membri di Hamas che si impegnano a una coesistenza pacifica e a smantellare le proprie armi otterranno l’amnistia. Ai membri di Hamas che desiderano lasciare Gaza verrà garantito un passaggio sicuro verso i paesi di destinazione.
- All’accettazione del presente accordo, tutti gli aiuti saranno immediatamente inviati nella Striscia di Gaza. Come minimo, le quantità di aiuti saranno coerenti con quanto previsto dall’accordo del 19 gennaio 2025 in materia di aiuti umanitari, tra cui la riabilitazione delle infrastrutture (acqua, elettricità, fognature), la ristrutturazione di ospedali e panetterie e l’invio delle attrezzature necessarie per la rimozione delle macerie e la riapertura delle strade.
- L’ingresso di distribuzione e aiuti nella Striscia di Gaza avverrà senza interferenze da parte delle due parti attraverso le Nazioni Unite e le sue agenzie, la Mezzaluna Rossa e altre istituzioni internazionali non associate in alcun modo a nessuna delle due parti. L’apertura del valico di Rafah in entrambe le direzioni sarà soggetta allo stesso meccanismo implementato nell’accordo del 19 gennaio 2025.
- Gaza sarà governata da un comitato palestinese tecnocratico e apolitico, responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e delle amministrazioni locali per la popolazione di Gaza. Questo comitato sarà composto da palestinesi qualificati ed esperti internazionali, con la supervisione e la supervisione di un nuovo organismo internazionale di transizione, il “Board of Peace”, che sarà presieduto dal Presidente Donald J. Trump, con altri membri e capi di Stato che saranno annunciati, tra cui l’ex Primo Ministro Tony Blair. Questo organismo definirà il quadro e gestirà i finanziamenti per la riqualificazione di Gaza fino a quando l’Autorità Nazionale Palestinese non avrà completato il suo programma di riforme, come delineato in diverse proposte, tra cui il piano di pace del Presidente Trump del 2020 e la proposta franco-saudita, e potrà riprendere il controllo di Gaza in modo sicuro ed efficace. Questo organismo si avvarrà dei migliori standard internazionali per creare una governance moderna ed efficiente al servizio della popolazione di Gaza e che favorisca l’attrazione di investimenti.
- Un piano di sviluppo economico di Trump per ricostruire e rivitalizzare Gaza sarà elaborato convocando un gruppo di esperti che hanno contribuito alla nascita di alcune delle fiorenti città moderne miracolose del Medio Oriente. Molte proposte di investimento ponderate e idee di sviluppo entusiasmanti sono state elaborate da gruppi internazionali ben intenzionati e saranno prese in considerazione per sintetizzare i quadri di sicurezza e governance per attrarre e facilitare questi investimenti che creeranno posti di lavoro, opportunità e speranza per il futuro di Gaza.
- Verrà istituita una zona economica speciale, con tariffe e tariffe di accesso preferenziali da negoziare con i paesi partecipanti.
- Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza e coloro che lo desiderano saranno liberi di farlo e di tornare. Incoraggeremo le persone a rimanere e offriremo loro l’opportunità di costruire una Gaza migliore.
- Hamas e altre fazioni accettano di non avere alcun ruolo nella governance di Gaza, direttamente, indirettamente o in alcuna forma. Tutte le infrastrutture militari, terroristiche e offensive, compresi i tunnel e gli impianti di produzione di armi, saranno distrutte e non ricostruite. Sarà avviato un processo di smilitarizzazione di Gaza sotto la supervisione di osservatori indipendenti, che includerà la messa fuori uso permanente delle armi attraverso un processo concordato di dismissione, supportato da un programma di riacquisto e reintegrazione finanziato a livello internazionale, il tutto verificato dagli osservatori indipendenti. La Nuova Gaza sarà pienamente impegnata a costruire un’economia prospera e a una coesistenza pacifica con i propri vicini.
- I partner regionali forniranno una garanzia per assicurare che Hamas e le sue fazioni rispettino i propri obblighi e che Nuova Gaza non rappresenti una minaccia per i suoi vicini o per la sua popolazione.
- Gli Stati Uniti collaboreranno con i partner arabi e internazionali per sviluppare una Forza Internazionale di Stabilizzazione (ISF) temporanea da dispiegare immediatamente a Gaza. L’ISF addestrerà e fornirà supporto alle forze di polizia palestinesi selezionate a Gaza e si consulterà con Giordania ed Egitto, che vantano una vasta esperienza in questo campo. Questa forza rappresenterà la soluzione di sicurezza interna a lungo termine. L’ISF collaborerà con Israele ed Egitto per contribuire a proteggere le aree di confine, insieme alle forze di polizia palestinesi di recente formazione. È fondamentale impedire l’ingresso di munizioni a Gaza e facilitare il flusso rapido e sicuro di merci per ricostruire e rivitalizzare Gaza. Le parti concorderanno un meccanismo di deconflittualità.
- Israele non occuperà né annetterà Gaza. Man mano che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) ristabiliscono il controllo e la stabilità, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) si ritireranno in base a standard, tappe e tempistiche legate alla smilitarizzazione che saranno concordati tra le IDF, le IDF, i garanti e gli Stati Uniti, con l’obiettivo di una Gaza sicura che non rappresenti più una minaccia per Israele, l’Egitto o i suoi cittadini. In pratica, le IDF consegneranno progressivamente il territorio di Gaza che occupano alle IDF, in base a un accordo che stipuleranno con l’autorità di transizione, fino al loro completo ritiro da Gaza, fatta eccezione per una presenza di un perimetro di sicurezza che rimarrà finché Gaza non sarà adeguatamente protetta da qualsiasi minaccia terroristica.
- Nel caso in cui Hamas ritardi o respinga questa proposta, quanto sopra, inclusa l’operazione di aiuti intensificata, proseguirà nelle aree libere dal terrorismo occupate dall’IDF.
- Sarà avviato un processo di dialogo interreligioso basato sui valori della tolleranza e della coesistenza pacifica per cercare di cambiare la mentalità e le narrazioni di palestinesi e israeliani, sottolineando i benefici che possono derivare dalla pace.
- Con l’avanzare dello sviluppo di Gaza e la fedele attuazione del programma di riforma dell’Autorità Nazionale Palestinese, potrebbero finalmente crearsi le condizioni per un percorso credibile verso l’autodeterminazione e la sovranità palestinese, che riconosciamo come l’aspirazione del popolo palestinese.
- Gli Stati Uniti avvieranno un dialogo tra Israele e i palestinesi per concordare un orizzonte politico per una coesistenza pacifica e prospera.
(Dall’articolo publbicato sul sito di Al Jazeera: https://www.aljazeera.com/news/2025/9/29/heres-the-full-text-of-trumps-20-point-plan-to-end-israels-war-on-gaza)
Considerazioni finali per provare anche a sorridere.
Al punto 1 sembra di leggere: “L’Ucraina sarà una zona denazificata e libera dalla NATO e non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini russi“.
Ci hanno detto che Israele garantisce il passaggio di viveri e aiuti umanitari alla popolazione e che non è vero che a Gaza si fa la fame.
Al punto 7 si dice che “tutti gli aiuti saranno immediatamente inviati nella Striscia di Gaza“. Da ciò si evince che gli aiuti Israele li tiene bloccati e/o li fa passare col contagocce.
Al punto 9 si parla di comitato di gestione tecnocratico e apolitico. Gli facciamo fare il passaporto palestinese e gli mandiamo Draghi e Monti? Vorrai mica perdere certe occasioni?
I punti 10 e 11 sono dedicati all’affarone commerciale che lo squaletto Trumpone da buon palazzinaro.
Punto 12 da ripetere più e più volte: “Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza e coloro che lo desiderano saranno liberi di farlo e di tornare. Incoraggeremo le persone a rimanere e offriremo loro l’opportunità di costruire una Gaza migliore.” Mica per altro, per vedere chi ci crede davvero.
Anche il punto 16 (“Israele non occuperà né annetterà Gaza.“) lo ripetiamo più volte per vedere che effetto fa.
Il punto 18 mi piace. Sembra di sentire Bergoglio nei suoi momenti migliori:
“Sarà avviato un processo di dialogo interreligioso basato sui valori della tolleranza e della coesistenza pacifica per cercare di cambiare la mentalità e le narrazioni di palestinesi e israeliani, sottolineando i benefici che possono derivare dalla pace.” E questa roba qui la vai a proporre a due schieramenti che prevedono la distruzione dell’atro anche sul piano religioso? Con uno dei due (indovina chi?) che ritiene, testi “sacri” alla mano, tutti gli altri al massimo degni di servirlo? Credeghe!
Il punto 19 è già stato sconfessato da Netanyahu, che però dice di aver accettato tutto il pacchetto. Ma allora se lui dice che non ha accettato l’esistenza di uno stato palestinese che si fa con quel: “un percorso credibile verso l’autodeterminazione e la sovranità palestinese”? Boh!
Punto 20. Piss end l’ov. Buona fortuna a chi ci crede!
Ah, dimenticavo l’uomo del Monte. Quel Tony Blair che invece di marcire nelle patrie galere britanniche rischia di diventare una specie di garante occidentale con le sue strampalate idee su come definire vita e morte dei palestinesi, che come è noto egli ama tanto, ma proprio tanto eh!
