L’evasione dai social ha compreso anche Instagram per cui riprendiamo la rubrica “Consiglio di lettura” direttamente sul sito del Busno (anche meglio dato che qui si può essere meno consisi che altrove). E lo facciamo con la narrazione fantastica di Lewis Carroll, al secolo Charles Lutwidge Dodgson, delle avventure di “Alice nel paese delle meraviglie“, “Attraverso lo specchio e quello che Alice vi trovò” e una appaendice finale con il capitolo/episodio scartato “La vespa con la parrucca“. Il tutto , ed è questo l’elemento che rende speciale l’edizione che consiglio agli amici lettori, condito dalle annotazioni di Martin Gardner, oltre alle illustrazioni originali di John Tenniel.

Il classico racconto per bimbi lo conosciamo tutti quanti e sarete passati dal cartone Disney o più recentemente dal doppio film di Tim Burton. Queste e altre trasposizioni cinematografiche (curiose da rivedere quelle mute di inizio Novecento) e televisive hanno pescato a piene mani dai due libri di Alice scegliendo a piacimento e proponendo la propria rilettura di un testo ricco di giochi linguistici ed enigmi matematici ancora oggi non del tutto decifrati.

Martin Gardner aiuta con le sue annotazioni a collocare le avventure di Alice nel contesto storico e sociale in cui visse Carroll, il quale fu diacono della Chiesa anglicana e professore di matematica.

Per quanto mi riguarda, oltre al piacere di rileggere storie fantastiche – anni fa lessi Alice in lingua originale e fu davvero difficile confrontarsi con un testo di quel tipo emerso dall’Inghilterra di metà/fine ottocento – che ti riportano a quando eri bambino, il piacere di avvicinarsi a riconoscere meglio simbolismi e senso dei proverbiali non-sense carrolliani è stato grande.

Non mi dilungo oltre in modo da non rovinare il piacere della scoperta ad altri lettori e cito solo uno tra i tanti spunti di riflessione e sviluppo di idee che questa lettura mi ha dato per un motivo particolare.

Mi riferisco al Capitolo III (“Insetti allo specchio”) del secondo libro dove Alice incontra una serie di insetti unici nel loro genere – a parte la zanzara gigante che fa da cicerone passiamo in rassegna la Mosca Cavallina a Dondolo, il Mosconn d’Oro con la testa di uvetta e il corpo tempestato di brillanti, la Farfalla Pane (il corpo) e Burro (le ali) con una zolletta di zucchero al posto della testa – e una volta terminata la fantastica sfilata entomologica Alice si addentra in un bosco fuori dallo spazio e dal tempo dove si imbatte in un cerbiatto. Il bosco dove le cose non hanno nome fa sì che Alice e il suo nuovo amico dimentichino di conoscere il nome di tutto ciò che li circonda, perfino di se stessi. E non si tratta solo del nome proprio, ma anche di quello comune. In somma, entrambi proseguono il loro cammino alla ricerca dell’uscita in modo da permettere al cerbiatto di rispondere alla domanda “Come ti chiami?” una volta abbandonato il luogo senza nome. Non appena giunti fuori dal bosco l’animale ricorda non solo il suo nome, ma anche il fatto che Alice è umana, e quindi pericolosa, e scappa facendo un grande balzo lontano dalla sua ormai ex amica.

Si tratta di un breve ma intenso passaggio con contenuti filosofici profondi che ha suscitato in me le domande più disparate. Fatto sta che da qui potrebbe nascere un racconto (ho già iniziato a impostare delle ricerche bibliografiche di supporto e delineato uno schema di trama in attesa di capire se i frutti matureranno) e di questo non posso che esser grato a Carroll e alla sua Alice.

Un’ultima annotazione la facciamo non per rompere l’incanto, ma perché, non conoscendo personalmente l’autore per ovvi motivi, chi legge difficilmente mancherà di porsi la domanda su quale fosse il reale rapporto di Carroll non solo con Alice Liddell, ma più in generale con le graziose bimbe che incontrava.

Difficile dire se il suo fosse amore per la purezza e il bello – i bimbi non lo interessavano e nemmeno le bimbe bruttine, se così possiamo dire – che rappresentavano o se ci fosse dell’altro. Alice Liddell era però evidentemente speciale per Carroll.

Questione delicata. Noi abbiamo dei parametri ben definiti che oggi peraltro sembrano essere messi in discussione da una “Nuova Normalità” che include anche una rivisitazione in chiave maggiormente permissiva dei rapporti (intimi) tra adulti e bambini, oltre alle questioni legate a una sorta di liquidità del sesso cavalcata dal marketing mediatico.

Nell’Ottocento si vivevano tempi differenti dai nostri e anche il contesto nazionale, locale e sociale è da tenere in conto nell’analisi di quel rapporto decisamente speciale.

Il libro – non faccio pubblicità, ma dico solo dove l’ho reperito – l’ho acquistato su IBS e siamo attorno ai 15 euro. Più che abbordabile per garantirsi alcune ore nel mondo incantato di Alice.

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