Curiosità di giornata legata alla prima telefonata intercorsa tra il neo Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden e il suo omologo russo Vladimir Putin.

Sul sito della Casa Bianca leggiamo (https://www.whitehouse.gov/briefing-room/statements-releases/2021/01/26/readout-of-president-joseph-r-biden-jr-call-with-president-vladimir-putin-of-russia/) di una telefonata cordiale nella quale però Biden avrebbe ricordato a Putin alcune questioni sulle quali la sua posizione sarà ferma e, aggiungerei, chiaramente ostile.

He also raised other matters of concern, including the SolarWinds hack, reports of Russia placing bounties on United States soldiers in Afghanistan, interference in the 2020 United States election, and the poisoning of Aleksey Navalny.

Il primo punto riguarda un hackeraggio ai danni di SolarWinds (https://www.businessinsider.com/solarwinds-hack-explained-government-agencies-cyber-security-2020-12?IR=T), azienda il cui software supporta decine di migliaia di aziende, comprese quelle di più alto lignaggio oltre ad agenzie federali statunitensi.

La colpa è stata attribuita ai russi da Washington.

Interessante anche il secondo addebito che sarebbe quello di aver piazzato taglie sui militari americani di stanza in Afghanistan.

Sarà la scusa per riattizzare il fuoco e far divampare nuovi conflitti nel Paese che garantisce una cospicua fornitura di oppiacei ai consumatori americani?

Senza dimenticare che Trump stava di fatto annullando la presenza americana sul terrirorio (anche se va detto che non tutti in Afghanistan parevano essere d’accordo dal momento che i Taliban sono sempre pronti a riprendere il terreno perduto.

Poi c’è un terzo punto che mi fa sorridere, ma che ci portiamo dietro ormai da quattro anni. E si vede che fa sempre brodo.

Si tratta delle fantomatiche interferenze russe nelle elezioni, ma questa volta sarebbero quelle del 2020.

Per capirci, il cosiddetto Russia Gate, che ha portato a un nulla di fatto non essendo emersa nemmeno mezza prova, ora si estende al 2020 con accusa diretta al Cremlino.

Le frodi – per molti versi (migliaia di voti da defunti, migliaia da persone non residenti, scatoloni di voti pro Trump finiti tra i rifiuti, scatoloni scomparsi e comparsi a conteggio in corso) documentate come si è evinto dalle udienze nei vari stati contesi – denunciate dal team di Trump sono state definite inesistenti. Le accuse alla Russia invece saranno, come di consueto, ritenute veritiere a dispetto della totale assenza di basi fattuali.

Infine non poteva mancare il presunto avvelenamento di Aleksey Navalny, ennesimo caso di tentato avvelenamento da parte dei servizi russi (che sarebbero veramente scarsi) al fine di eliminare un (pericoloso?) avversario politico di Putin. E anche questa volta, come altre in passato, sono riusciti a fare cilecca. Suggerirei l’ottimo pezzo di Maurizio Blondet (https://www.maurizioblondet.it/navalny-poveruomo/) per uno sguardo alternativo a quello dei media di regime.

Fin qui la telefonata vista dalla Casa Bianca.

E quel gran figlio di Putin?

Sul sito del Cremlino troviamo (http://en.kremlin.ru/events/president/news/64936) accenni all’accordo sulla riduzione degli armamenti, pandemia, commercio ed economia e altre questioni.

In particolare Putin ha fatto notare che si è parlato dell’uscita degli USA dallo “Open Skies Treaty”, del programma di proliferazione nucleare iraniano – oggi per inciso Lavrov era in meeting (di persona, niente DAD “Didattica a Distanza” per loro, quella la facciamo solo noi pistola) con il suo omologo Zarif (https://www.youtube.com/watch?v=p-wokD2CiSw) – e inoltre di Ucraina e del meeting tra i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Insomma, ognuno tira acqua al suo mulino, ma direi che Biden fa capire, almeno a parole, che il passo della sua amministrazione nei rapporti con la Russia sarà differente da quello di Trump, e fin qui ci poteva stare.

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