L'ingresso di Palazzo Chigi durante la riunione della cabina di regia sul nuovo DPCM, Roma, 2 marzo 2021. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Sul sito del Governo è disponibile il Comunicato Stampa post Consiglio dei Ministri di oggi, 26 luglio, e un documento che il Governo, o meglio il Presidente del Consiglio e il Ministro delle Finanze, indirizzano al Parlamento.

Il documento in questione consta di quattro pagine, quindi anche i più indolenti potranno leggerlo agevolmente, e vorrei far notare un paio di punti a mio avviso importanti.

Intanto, qui si trova l Comunicato Stampa: https://www.governo.it/it/articolo/consiglio-dei-ministri-n90/20327.

E questo è il documento: https://www.governo.it/sites/governo.it/files/Relazione_Parlamento_20220726.pdf.

La “Relazione al Parlamento sugli obiettivi di finanza pubblica” è una informativa su una operazione di indebitamento di 14,3 miliardi.

Detta così potebbe sembrare uno scostamento di bilancio e invece no, perché quei soldi sono il frutto di un maggiore incasso da imposte nel primo semestre 2022.

Leggiamo infatti che:

La revisione al rialzo della previsione delle entrate è in larga parte attribuibile alla componente tributaria per la quale il monitoraggio, aggiornato con le informazioni disponibili sui versamenti del 30 giugno, segnala uno scostamento positivo valutato in circa 11,1 miliardi a cui si aggiunge la componente extra-tributaria per la quale si stima una variazione positiva di circa 3,2 miliardi.
Le maggiori entrate tributarie derivano, in particolare, dal risultato dei versamenti in autoliquidazione e dalla sostenuta dinamica dell’IVA.
La notevole crescita del gettito IVA è principalmente ascrivibile all’incremento dei prezzi dell’energia importata e alla conseguente impennata dell’inflazione.

In grassetto i punti focali. L’IVA come componente preponderante delle maggiori entrate tributarie e l’impennata dell’inflazione come leva dell’aumento IVA.

Elementi conosciuti, ma ci tenevo a far notare che questo Governo non elargisce un bel niente – ma immagino che i media di regime vi raccontanno altro quando parleranno di bonus “elettorali” – e anzi incassa sempre di più sulla pelle di famiglie e imprese, piccol e medie, che fanno i conti con bollette e spese di giorno in giorno più pesanti da sostenere.

La seconda questione che vorrei sollevare è quella che metto in rilievo nel blocco che leggiamo a inizio documento:

Nel quadro vigente della governance di finanza pubblica, in circostanze eccezionali, l’articolo 6 della legge 243 del 2012 prevede che, sentita la Commissione Europea, il Governo sottoponga all’autorizzazione parlamentare una relazione, da approvare a maggioranza assoluta, con cui aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica e il relativo piano di rientro.

Quel “sentita la Commissione Europea” non dimentichiamolo mai.

Noi siamo un Paese a sovranità limitata che deve sempre chiedere permesso a Bruxelles.

Quando lo fa li Governo del “vile affarista” è normale, ma se continuerà a farlo, senza ribellarsi a questo vincolo estero, un qualsiasi prossimo Governo non avremo via d’uscita all’inesorabile “distruzione creativa” dell’Italia che procede, per ora, senza intoppi.

Abbiamo necessità di rompere questo e altri vincoli esterni se vogliamo davvero costruire un futuro per i nostri figli e nipoti.

E visto il desolante panorama politico che ci si para di fronte per il prossimo 25 settembre credo sia arrivata l’ora di dare un segnaele forte di delegittimazione di tutti i partiti che sono stati complici dei governi Conte-bis e Draghi.

Abbiamo bisogno di una astensione superiore al 50% alle prossime politiche, che non cambia la sostanza del risultato, ma lancia un messaggio chiaro a lor signori. Il tutto seguito dal boicottaggio di ogni decisione presa dal prossimo Esecutivo e Parlamento per arrivare a blocchi dell’attività lavorativa e sciopero fiscale.

Se c’è una “distruzione creativa” da fare non è quella del famigerato documento del Gruppo dei 30 (ne parlai qui: http://www.busnosan.it/wp/2021/02/07/il-vero-pensiero-di-draghi-un-documento-recente-di-cui-non-si-parla/) bensì quella di popolo.

Passeremo momenti terribili, ma poi ci sarà la possibilità di costruire un futuro davvero libero e indipendente, forse per la prima volta, per il nostro Paese.

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