Oggi si celebra un vertice che viene definito da coloro che lo presiedono, Giorgina Meloni e Ursula Von der Kazzen, come qualcosa di magnifico e mirabolante (https://www.governo.it/it/articolo/mattei-plan-africa-and-global-gateway-common-effort-african-continent/28989).

Sono presenti alcuni esponenti africani e perciò si parla di continente africano, ma basta guardare le persone presenti per comprendere come al massimo sia rappresentato il 10% delle popolazioni africane.

D’altro canto è tutto ciò che serve per una operazione di mero marketing e ora vedremo perché.

Seguo fin da principio la farsa chiamata “Piano Mattei” la quale serve solo per coprire l’ennesimo tentativo di furto con scasso ai danni di alcuni paesi africani più ricchi di minerali essenziali.

Ad oggi poco o nulla si è visto e dopo 18 mesi dal precedente vertice Italia-Africa, altra occasione per vedere arrivare qualche burocrate che non rappresentava nemmeno se stesso, siamo sempre allo stesso punto.

I progetti di cui si parla sono già avviati da tempo e sono tutti made in USA-UE-G7.

Mentre scrivo ascolto mio malgrado la sciura Ursula che, dopo l’apertura della sua amichetta Giorgina, magnifica i progetti che serviranno a dare sviluppo ai poveri paesi africani baciati dalla fortuna di vedersi posare addosso il nostro sguardo benevolo.

Il primo progetto di cui si attestano il merito Giorgina e Ursula è quello del Corridoio di Lobito. Qui si va già su pesante poiché si parla di uno dei tanti tentativi di porre rimedio alla debordante presenza cinese in Africa, ma soprattutto nei paesi come la Repubblica Democratica del Congo che hanno quei metalli pesanti, in tutto e per tutto, che servono come il pane a noi occidentali.

Così lo presenta Giorgina:

Penso al contributo in infrastrutture strategiche come è il caso del Corridoio di Lobito che collegherà l’Occidente all’Oriente del continente africano.

Ursula aggiunge che il progetto prevede, come da copione ovviamente, realizzazioni parallele che permetteranno lo sviluppo delle popolazioni locali. Se poi dice che ne beneficerà anche il settore agricolo come non crederle.

Ma andiamo a vedere cosa è questo Corridoio di Lobito.

Prendo a prestito alcuni siti che presentano l’opera sia dal punto di vista tecnico che soprattutto da quello economico e geopolitico.

Il sito geopolitica.info ci ricorda che si tratta di un corridoio ferroviario che sarà in grado di ridurre tempi e costi di trasporto dei minerali dal cuore minerario di Zambia e Katanga (Repubblica Democratica del Congo) al porto di partenza verso… ma ovviamente verso Occidente a Lobito (https://www.geopolitica.info/europa-africa/ – articolo del 20/05/2025).

Il progetto, come detto prima, non è nuovo di zecca e non è un parto del cosiddetto “Piano Mattei”. L’Italia ha solo manifestato interesse a partecipare mettendo sul piatto 320 milioni di dollari, ma si inserisce nell’ambito del G7 Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII) voluto da USA e UE.

Si fa subito notare il vero nocciolo del problema, la presenza cinese in quell’Africa che doveva rimanere terra di conquista e sfruttamento esclusivo degli occidentali.

La Cina anche qui, un po’ come, a differenza nostra, in tutta l’Africa, è presente ormai da vent’anni con progetti di sviluppo e collaborazione veri.

La Cina, tra il 2006 e il 2017, si è occupata, attraverso le compagnie statali CRCC e China Eximbank, di riqualificare la ferrovia di Benguela, tratto angolano del corridoio di Lobito. Poi qualcuno (chissà chi?) è riuscito a convincere (a suon di cosa?) il governo angolano a rivedere i suoi piani anche a lavori in corso.

In Repubblica Democratica del Congo evidentemente c’è qualche problema in più e allora è entrata in gioco la cara, vecchia carta della guerra più o meno civile.

Per qualche info in più ci aiutano quei simpaticoni del Council on Foreign Relations con il loro tracker dei conflitti globali (https://www.cfr.org/global-conflict-tracker/conflict/violence-democratic-republic-congo). Mi preme ricordare che su questo sito trovate tanti spunti storici, ma dovete sempre tenere a mente che il racconto è intriso di narrazione in salsa occidentale.

Ma restiamo sul progetto e vediamo qualche altro sitarello che aiuta a comprendere meglio quali siano i veri, soliti, fini occidentali.

Su formiche.net, sito spudoratamente propagandistico che ogni giorno inventa balle su Cina e Russia, troviamo un articolo (https://formiche.net/2024/06/usa-ue-corridoio-di-lobito-sfida-con-la-cina/#content – articolo del 27/06/2024) che parla apertamente di come il progetto sia fondamentale nella guerra delle rotte commerciali con la Cina.

Guardate come descrivono il Corridoio di Lobito:
è uno degli esempi di come le rotte della nuova globalizzazione incrocino sfide di concorrenti sistemici come la Cina (che investe spesso senza rispettare regole della competizione)
Capito? I cinesi sono i cattivoni che investoono ad minchiam senza rispettare le regole della competizione.

Cioè, loro arrivano, investono per vent’anni e costruiscono un clima di collaborazione e fiducia reciproca coi paesi africani. Poi arriviamo noi, che ci siamo accorti nel frattempo di essere stati soppiantati, e prendiamo a pretesto fantomatiche violazioni di quelle regole che noi per primi non rispettiamo ovunque mettiamo piede per entrare a gamba tesa e fare “giustizia”.

Magia!

In pratica la colpa cinese è di avere un sistema nel quale vige una sorta di fusione pubblico-privato che agevola le aziende all’estero e mina la concorrenza. Almeno così dicono loro.

Ovviamente omettono di dire che i soldini che vogliamo mettere noi sia come Italia che come UE sono pubblici e anche le nostre care multinazionali mettono il minimo indispensabile per poi raccogliere i dividendi. Ma questo è un dettaglio.

Attenzione anche alle cifre che troviamo a fine articolo. Si parla di circa 2,3 miliardi di dollari che finiranno in questo progetto. Piatto ricco!

Con nigrizia.it invece iniziamo a vedere anche quelli che sono i veri e propri inganni di questo progetto (https://www.nigrizia.it/notizia/quali-rischi-lungo-corridoio-lobito-congo-minerali-onu – articolo del 28/01/2025), inganni che andranno a colpire le popolazioni locali. Ma a noi che ce ne frega, tanto poi Giorgina va a fare le foto coi bambinetti che scavano a mano in miniera e Mattei festeggia nella tomba con un triplo carpiato con avvitamento.

A leggere l’articolo si potrebbe dire che questi africani siano proprio in malafede se pensano che governi e multinazionali occidentali vogliano sfruttare le loro risorse. Da dove potrebbe mai venire un tale dubbio?

A onor del vero ci ricordano che ci sarebbe anche un report dell’ufficio delle Nazioni Unite dello Zambia (https://www.nigrizia.it/wp-content/uploads/sites/2/2025/01/lobito-corridor-policy-brief.up.pdf) nel quale si sottolineano sia i possibili benefici che le criticità e gli impatti potenzialmente negativi (la lista è lunga).

E vedi che l’ONU segnala e denuncia. Ma come siamo bravi!

Questi report sono un po’ come le valutazioni di impatto ambientale. Le fanno per legge, ma poi lavorano come ca… pare e piace a loro.

Chiudiamo con insideover.com (https://it.insideover.com/politica/corridoio-di-lobito-lautostrada-che-porta-i-minerali-dellafrica-in-occidente.html – articolo del 02/02/2025)
Qui ci ricordano quale sia la cifra messa sul piatto dagli USA, 4 miliardi di dollari che si sommano ai 2,3 di area europea.

Anche Inside Over ricorda che i paventati 30.000 posti di lavoro, presentati come manna dal cielo per paesi così poveri, rispetto agli investimenti non rappresentano nemmeno una goccia nel mare.

Poi il passaggio chiave dell’articolo nel fotografare il reale obiettivo di questo progetto per quanto riguarda la Repubblica Demopcratica del Congo:

Nelle province meridionali della RDC, la paura è che il corridoio serva solo a velocizzare l’estrazione e l’export delle materie prime, senza alcun valore aggiunto per il Paese. Il rischio è di rimanere, ancora una volta, uno “Stato-miniera”, un semplice serbatoio di risorse naturali che vengono poi lavorate altrove. La richiesta delle comunità locali è chiara: raffinare i minerali direttamente in Congo, creare un’industria locale, costruire scuole, ospedali e infrastrutture. Ma per ora il progetto va nella direzione opposta.

E ancora:

Se il Corridoio di Lobito sarà solo un altro canale per drenare risorse africane, allora sarà un fallimento annunciato. Se invece diventerà un’opportunità per creare sviluppo reale e sostenibile per le popolazioni locali, allora serviranno investimenti mirati, trasparenza e soprattutto la volontà politica di cambiare il solito copione. Per ora, gli interrogativi restano più delle certezze. E la storia dell’Africa insegna che, quando gli interessi economici parlano, le promesse di sviluppo per i più poveri restano sulla carta.

Serve anche che si faccia un disegnino per spiegare come andranno a finire le cose?

Di altri progetti parleremo in altre occasioni, tanto la Giorgina organizzerà tante altre giornate per vendere la fuffa del “Piano Mattei” al popolino italiota.

L’unica valenza di questo fantomatico piano sta nel fatto che si prova ancora una volta a vendere alle popolazioni africane il mito degli “italiani brava gente” col quale si cercherà di rifilare l’ennesima truffa atta a sfruttare le risorse locali.

Piccolo problema, la Cina c’è ed è lì per restare. E con lei c’è anche la Russia.

In conclusione ricordo che l’11 giugno Cina e paesi africani hanno prodotto la dichiarazione congiunta di Changsha (https://www.fmprc.gov.cn/mfa_eng/wjbzhd/202506/t20250611_11645736.html).

Mentre oggi a Roma ci sono una decina di personaggi in cerca d’autore a Changsha la Cina ha riunito 53 paesi africani su 54. Ma dalle nostre parti di queste cose non si parla perché noi siamo a saremo sempre il centro del mondo. E chi osa dire il contrario è cattivo e mangia i bambini al mercatino di Wuhan mentre il pipistrello cerca, ancora invano da almeno cique anni, di inchiappettare il pangolino.

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