Quella del buon Donaldo, in arte Trump, è una delle impostazioni più banali, ma spesso migliori, che l’Occidente abbia avuto in ambito di politica estera al fine di proseguire nella depredazione dei paesi e dei continenti ricchi di materie prime del resto del mondo.

Egli è piazzista per cui non c’è grande sorpresa nel vedere quel che sta cercando di portare avanti in ogni teatro internazionale, che sia di guerra o meno poco importa.

Devo dire che rispetto al “bastone e carota” DEM – parliamo della modalità di guerra e “aiuto” (USAID) – quella di agitare il mitico Mjöllnir (il martello di Tor) con una mano e nell’altra far vedere contratti o accordi commerciali può essere ritenuta una idea di azione migliore. Quantomeno è valsa quattro anni di non-guerre nuove al di fuori del proprio perimetro nazionale e al momento ha dato la sensazione di essere valida per scongiurare conflitti ancor più sanguinosi e pericolosi per il mondo intero come quello che si stava sviluppando tra Israele e Iran.

Il lato negativo di questa impostazione sta nel fatto che per il piazzista, o affarista che dir si voglia, non vi è differenza tra il fare affari con persone per bene e autentici demoni. Senza contare che comunque il martellone di cui sopra il buon Donaldo a volte lo usa, come fatto con le bombolone di profondità sganciate in Iran o la raffica di Patriot sparati un po’ ad minchiam, insieme alla “Madre di tutte le bombe” in Siria durante il suo primo mandato (qui la domanda potrebbe essere: “Ma se dovesse vedere come unica via per ottenere ciò che vuole quella di usare una atomica?”). Per un soggetto di questo tipo si tratta solo di opzioni utili nelle trattative commerciali.

Fatta la dovuta premessa vorrei condividere alcune notizie partendo dai consueti Ordini Presidenziali USA che controllo quotidianamente.

Oggi ne abbiamo un paio di natura diversa, uno in tema, l’altro che mi permette di fare un piccolo excursus storico con una curiosità che immagino in pochi ricordino.

Dicevamo del fare affari coi demoni.

Rientra in questa categoria l’Ordine “PROVIDING FOR THE REVOCATION OF SYRIA SANCTIONS” col quale si revocano le sanzioni contro la Siria a partire dal 1° luglio 2025.

Ordine del 30 giugno (https://www.whitehouse.gov/presidential-actions/2025/06/providing-for-the-revocation-of-syria-sanctions/) nel quale si fanno alcune interessanti affermazioni.

Alla Sezione 1 leggiamo:

The United States is committed to supporting a Syria that is stable, unified, and at peace with itself and its neighbors. A united Syria that does not offer a safe haven for terrorist organizations and ensures the security of its religious and ethnic minorities will support regional security and prosperity.

(“Gli Stati Uniti si impegnano a sostenere una Siria stabile, unita e in pace con se stessa e con i suoi vicini. Una Siria unita, che non offra un rifugio sicuro alle organizzazioni terroristiche e garantisca la sicurezza delle sue minoranze religiose ed etniche, sosterrà la sicurezza e la prosperità regionale.”)

Qui si ride di gusto pensando che oggi la Siria è in mano a un soggetto che si è distinto nella qualità di tagliagole, soprattutto cristiane, al quale Donaldo, come tutti gli altri attori internazionali, non ha avuto alcun problema a stringere le mani colme di sangue.

Tutto quello che è scritto in quel passaggio è semplicemente falso.

Da notare che Mamma RAI e consorelle stanno portando avanti la normalizzazione della nuova Siria con inviati in pianta stabile che cercano di spiegare come fosse cattivo il regime di Assad mentre ora, nonostante si continui a staccare teste e assaltare i luoghi di culto non consoni al nuovo comando in capo, le donne soprattutto sperano di poter godere di una maggiore libertà. Per inciso sotto Assad, parole e musica di una ragazza che lo raccontò, da rifugiata in Libano nel corso della guerra civile qualche annetto fa, le donne godevano di tutte le libertà possibili e immaginabili a patto che non si opponessero al regime. Cosa, peraltro confermata da missionarie e giornalisti che la Siria del pre-guerra l’hanno vissuta davvero, che mi vede in totale disaccordo perché per me non avere libertà di parola politica è inaccettabile, ma si capisce bene come la situazione fosse ben diversa da quel che ci raccontano i nostri cari media di regime. Poi è arrivata la guerra civile portata da quei tagliagole che noi occidentali abbiamo creato e foraggiato proprio per far cadere Assad e portare avanti il progetto folle sionista di un “Nuovo Medioriente“.

Detto questo faccio la piccola parentesi storica col secondo Ordine Presidenziale, fresco di pubblicazione, nei giorni in cui si celebra la ricorrenza della indipendenza, ma anche della nascita dei Servizi Segreti USA.

Nell’Ordine “160TH ANNIVERSARY OF THE UNITED STATES SECRET SERVICE, 2025” (https://www.whitehouse.gov/presidential-actions/2025/07/160th-anniversary-of-the-united-states-secret-service-2025/) si ricorda infatti che il 5 luglio 2025 cade il 160° anniversario dell’inizio delle operazioni del Secret Service nazionale USA.

La curiosità sta nel fatto che ai tempi (1865) a firmare la legge che autorizzava la creazione dei Servizi Segreti degli Stati Uniti fu quell’Abraham Lincoln che – vedi a volte le correlazioni spurie, le coincidenze, la sfiga che ci vede benissimo o forse qualcosa d’altro? – fu vittima di un attentato al Ford’s Theatre di Washington, D.C. la sera di quello stesso giorno. Lincoln poi morì il giorno successivo.

Già che andiamo di parentesi ne apro un’altra piccolina per il consueto biasimo all’ennesimo governicchio di servi italioti che in questi giorni con la scusa di dover onorare il nuovo ambasciatore USA in Italia celebra la festa dell’indipendenza di un paese che continua a tenerci sotto occupazione militare e a chiederci quel pizzo che paghiamo regolarmente sia sottoforma di nuovi, allucinanti investimenti in armamenti che in concessioni, spaziali e non, allo Zio Sam in casa nostra.

Chiuse le parentesi segnalo un’altra notizia (https://www.africanews.com/2025/07/03/us-president-trump-announces-surprise-summit-with-five-african-nations/) che riguarda l’Africa e l’incontro, ci dicono a sorpresa, tra il buon Donaldo e cinque paesi africani della costa occidentale (Gabon, Guinea-Bissau, Liberia, Mauritania e Senegal) che si terrà tra il 9 e l’11 luglio.

Qui immagino che si cercherà di tamponare la situazione che vede gli USA, così come noi europei, sempre meno graditi da quelle parti. Ciò non significa che questi paesi, e soprattutto i loro governanti più o meno corrotti, non possano ripristinare o mantenere rapporti commerciali con gli USA, però è chiaro che l’affarista prova anche qui a mettere sul piatto la sua politica minaccia/proposta.

Staremo a vedere quali saranno gli sviluppi.

Torno ora su un punto appena sfiorato in precedenza per provare a dare una forma più definita a quanto accaduto tra Iran (aggredito) e la coppia Israele-USA (aggressore) qualche giorno fa nell’ormai passata alla storia come “Guerra dei 12 giorni“.

Io preferirei senza dubbio aver assistito ancora una volta a “La guerra lampo dei Fratelli Marx” ma è una questione di gusti.

Brevemente…

Israele fa all-in e prova prendersi tutto.

Dopo aver infatti messo piede ovunque – Cisgiordania e Gaza quasi del tutto occupate, Libano parzialmente occupato, Siria parzialmente occupata, con l’Iraq utile come stato fantasma – i sionisti hanno provato a rovesciare il regime degli ayatollah.

Il primo impatto è stato apparentemente devastante con il Mossad a farla da padrone e l’Iran in grande affanno nel difendersi.

Poi l’Iran ha risposto e stavolta non lo ha fatto coi motorini volanti bensì con i missili balistici a medio raggio che hanno non solo bucato, ma proprio demolito, il sistema difensivo israeliano.

I danni inferti a Israele hanno portato molti degli esperti che ho letto e ascoltato a parlare di 7/8 giorni al massimo di resistenza per Israele, dopo di che sarebbe seguita la capitolazione.

E qui entra in gioco il buon Donaldo coi bomboloni di profondità.

Sappiamo tutti come è andata, o meglio come ce l’hanno raccontata.

I fatti certi non li conosciamo anche se il tempo, come spesso accade, sedimenta le notizie e oggi possiamo dire che il colpo è stato inferto (vedi questo articolo del Tehran Times: https://www.tehrantimes.com/news/515240/Fordow-nuclear-site-seriously-damaged-declares-Araghchi) e che allo stesso tempo l’Iran ha potuto salvaguardare gran parte del suo programma nucleare.

Sulla bufala che dura da più di quarant’anni secondo cui l’Iran avrebbe come elemento fondativo (della repubblica degli ayatollah nata nel 1979) la distruzione di Israele e dell’Occidente abbiamo già detto (http://www.busnosan.it/wp/2025/06/14/propaganda-forever/).

Altro elemento da aggiungere è quello della reazione diplomatica iraniana nei confronti di quella AIEA (Agenzia per l’Energia Atomica) che pare proprio aver confezionato l’ambiguo report, poi parzialmente smentito, nel quale si affermava che l’Iran avrebbe infranto alcune regole non consentendo di comprendere se fosse vicino all’atomica.

Oggi l’Iran ha bloccato la collaborazione con l’agenzia (https://www.tehrantimes.com/news/515233/CIA-and-Mossad-Blinded), ma non definitivamente. Vuole che siano soddisfatti alcuni criteri e che sia dimostrata la imparzialità dell’agenzia per poter riprendere la collaborazione. Cosa non facile dal momento che Grossi e soci sono stati apertamente accusati di essere delle spie del Mossad. Come dargli torto?

In questo quadro resta da capire cosa abbia realmente fatto il buon Donaldo.

Alcuni che sostengono che Donaldo sia il cavaliere bianco che col suo destriero (a volte con l’aiuto a volte senza di Putin e Xi Jinping e i loro proxy) combatte lo stato profondo mondiale.

Altri sostengono che la sua smania (positiva s’intende) di essere “uomo di pace” abbia contribuito a farlo agire così, ovviamente anche su consultazione con i corrispettivi russo e cinese, in modo da aggiungere un mattoncino all’operazione “Premio Nobel per la Pace” – perché se non lo sapete c’è già nel Congresso USA chi lo ha candidato – che onestamente non ci starebbe male dopo che questo premio è stato assegnato al bombarolo Baracca Obama.

C’è poi chi lo ritiene un pupazzo nelle mani di Israele che si muove a protezione di Netanyahu e soci. E qui devo dire che il ragionamento logico mi fa arrivare a una conclusione, seppur sempre passibile di revisione, di questo tipo.

Abbiamo detto dei 7/8 giorni di resistenza rimanente per un’Israele messo davvero alle corde dalla risposta iraniana. Cose che i nostri media di regime non fanno vedere, ma che altri hanno fatto vedere eccome.

Ricordando ancora una volta che Donaldo ha incassato 100 milioni di dollari dalla signora Miriam Adelson, vedova del miliardario Sheldon Adelson (https://it.wikipedia.org/wiki/Miriam_Adelson), che lo ha lautamente pagato in anticipo per garantire Israele mentre si prende tutta la Cisgiordania (e magari non detto, anche Gaza). Per comprendere meglio il maritino al primo di Donaldo gli aveva “regalato” 50 milioni per spostare l’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme e lui aveva eseguito.

Ora, il fatto che Israele abbia rischiato di avvicinarsi alla famigerata “Opzione Sansone“, quella in cui una volta messi alle strette i sionisti sarebbero anche disposti ad agire nel senso di “Muoia Sansone con tutti i filistei!” sganciando atomiche a destra e a manca potrebbe anche far pensare che Donaldo abbia effettivamente evitato i peggio.

Io però opto ancora per il pupazzo manovrato che ha dovuto fare ciò per cui è stato scelto, non eletto dai cittadini USA che non eleggono un bel niente, come noi del resto.
Israele continua a portare avanti il piano non solo della “Grande Israele“, ma anche e soprattutto quello della “Via del Cotone” che in apparenza è alternativa alla “Via della Seta” cinese.

Il ragionamento di contrapposizione di blocchi in ambito geopolitico e di influenze nei vari quadranti mondiali non farebbe una grinza se non fosse che io sono malizioso e credo che possa anche essere tutta una magnifica messa in scena nella quale le due “Vie” andranno poi a incontrarsi per creare un’unica non-alternativa per il commercio mondiale.

Come al solito il tempo ci dirà cosa è accaduto e cosa accadrà. Una cosa però al ricordo, tutti quanti proseguono col programma di digitalizzazione e automazione della società umana e qui di malizia o paranoie non ce n’è, ci sono solo fatti.

Ah, occhio che fa caldo! E col caldo, si sa, si portano avanti i progetti più importanti come controllo delle masse (vedi ordinanze varie), digitalizzazione e automazione per prevenire i blackout (fatti apposta) o altri “imprevisti”.

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